domenica 30 settembre 1973

06-Incontro di Giovedì 30 settembre 1943

Giovedì 30 settembre 1943

Ja: (Comincia a leggere le domande che ha scritto): Sempre di più sento quanto il mio lavoro sia mentale, quanto poco mi rallegra. E ho capito che non posso approcciare il mio lavoro con fuoco vero (elan).

Gurdjieff: Scusami, ma quello che hai appena detto non è logico. Uno distrugge l'altro. Non ho capito cosa vuoi dire. Non leggere, metti via il foglio.

Ja: Mi manca una spinta per il mio lavoro. Non riesco ad approcciare il mio lavoro in maniera soddisfacente a meno che non senta un certo sprone il quale solo venga a me da una chiara realizzazione della mia situazione presente e della mia presente nullità. L'ho capito molto chiaramente. E questo mi ha fatto capire che dovrei avere un rimorso di coscienza per questa nullità. Ma non riesco ad andare oltre questo stato. Cosa posso fare per avere rimorso di coscienza?

Gurdjieff: Questa domanda porta con sé sette aspetti; non uno, ma sette. Uno te lo dirò: ogni uomo, quando viene al mondo, ci viene per certe ragioni. Ci sono cause, che è come dire, forze esterne l'hanno creato. Queste forze forse non erano obbligate a darti la vita. Sei felice di essere vivo? La vita significa qualcosa per te? Bene poi, se tu sei vivo e sei contento di esserlo, dovresti pagare qualcosa in cambio. Per esempio, io vedo qui tua madre. ma per lei, avresti potuto non venire mai al mondo. E' a lei che devi la tua vita. Se sei contento di vivere la devi ripagare. Tu ora sei grande, è ora di saldare il tuo debito. Una delle cause principali per cui sei in vita è tua madre. E' grazie a lei che hai i tuoi piaceri e che hai la possibilità di svilupparti. Una delle ragioni, uno degli aspetti della tua venuta in questo mondo,è, quindi, tua madre. E io ti domando, hai cominciato a pagare il tuo debito con lei?

Ja: No.

Gurdjieff: Ci sono ancora altri sei aspetti. ma io ti parlo di un aspetto. Comincia, quindi, da questo primo aspetto: tua madre. Ripagala.

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Anche se fosse oggettivamente cattiva, lei è tua madre. E come puoi ripagarla? Dovresti uniformare la sua vita. Ma, invece, tu che fai? Rendi la sua vita molto difficile. La fai snervare, la irriti. Inconsciamente, il rimorso di coscienza potrebbe venire da quello. Prendi gli anni appena passati, ricorda: spesso sei stato molto cattivo. Tu sei una merde. Non hai eseguito i tuoi obblighi. Se hai capito questo, il rimorso in te può cominciare. Questo è solo un aspetto. Potrei spiegartene altri sei, ma dimenticateli. Prima di conoscerli, comincia da questo. Per gli scorsi due anni, quante volte sei stato cattivo, molto cattivo, verso di lei? Ricorda questo e prova a riparare il passato con il tuo futuro nel presente. E' una cosa molto difficile. Se dimentichi, non lo fai, è il tuo difetto e raddoppi il tuo difetto (colpa); primo sei da biasimare per il passato, e sei una seconda volta da biasimare per non riparare oggi. Una buona risposta, no? Ognuno qui è contento. Tranne una persona - sai chi è? Tua madre. Madame, è per il bene di suo figlio che dico questo. (Parla in russo con Mme. de Salzmann)

Mme. de Salzmann (A Mme. E.): Potrebbe pensare che se il signor Gurdjieff parla così, è perché è (our kind host) il nostro gentile padrone di casa e perché Lei è qui. Ma non è per quello.

Jac: Ho pensato a quel che mi hai detto l'altro giorno, che devo scegliere "tutto o niente". Ho deciso di prendere il compito e attenermi ad esso qualsiasi cosa succeda. Questo compito era di riservare un certo tempo della giornata per fare un esercizio, l'esercizio delle braccia allargate. E, provando a fare questo esercizio, ho capito per la prima volta cos'è una non-entità. Fino ad ora pensavo di aver capito, ma era solo per motivi esteriori. Ho visto che ero incapace di qualunque cosa perché qualcosa in me si rifiutava di fare lo sforzo.

Gurdjieff: (Prima parla in russo a Mme. de Salzmann) Scusami. Forse hai creduto che ti avevo dimenticato. Ho chiesto a Mme. de Salzmann: "Quando tutti sono partiti per le vacanze, ho dato a ognuno una bottiglia di medicina da prendere durante il lavoro.

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E' possibile che a te non l'abbia data?" Lei mi ha detto che a te non l'ho data. Ora capisco perché mi hai fatto quella domanda. Se tu avessi avuto quella bottiglia non avresti pensato in quel modo riguardo la tua nullità. (Parla a tutti) Lui si è sentito in generale una nullità. Ma oggi non possiede niente; non ha accumulato niente durante le vacanze. Voi al contrario state a poco a poco mietendo i risultati del vostro lavoro. Ora avete una base per misurare come può essere fatto. (A Ab.) Capisci ora la forza della chimica?

Ab: Io ne ho presa circa un terzo.

Gurdjieff: Quelli sono affari tuoi. Avresti solo un terzo della forza. Non è colpa mia; se l'avessi presa tutta avresti tre volte più forza. E' per quello che l'ho detto. Forse non hai dato abbastanza importanza a questa medicina. Forse questo ti darà un rimorso di coscienza in futuro al fine di ottenere un'altra qualità di attenzione. Come a lui (as to him) (Jac) posso dire che mi dispiace di non avergli adato la bottiglia che ho dato a tutti per le vacanze. Mme. de Salzmann dice che non gliene ho data una. capisco la ragione di questa domanda. Se avesse avuto la bottiglia avrebbe fatto qualcos'altro del suo tempo durante le vacanze - non avrebbe posto la domanda. Capisci, Tracol? Mi dispiace che non sia nel gruppo del sabato. Lui non c'è ed è per questo che ha fatto la domanda. Se ha fatto quella domanda da idiota è perché non ha avuto la sua bottiglia di medicina. E' colpa tua, è colpa di Mme. la Presidente e la colpa di tutti i suoi amici. Lui è stato qui molto tempo; è stato vostro amico per molto tempo; e per molto tempo è stato deprivato. E' colpa di Mme de Salzmann, del Presidente, di ogni persona qui. (Offre una sigaretta a Mme. Et.) Madre, tu meriti di avere tutto. Dovresti avere tutto. I tuoi figli dovrebbero darti tutto, e anche gli amici dei tuoi figli. Hai cresciuto i tuoi figli fino a un'età responsabile. dovrebbero darti quello che ti piace. Se ti piacciono le sigarette, dovresti avere le sigarette. Se non hai niente, è colpa dei tuoi due risultati; devono essere annientati.

Jac: Posso finire la domanda?

Gurdjieff: Finisci.

Jac: Ho notato nel fare questo esercizio che per la prima volta e per un momento molto breve, che ho avuto il sentimento di essere libero, libero da quest'inerzia contro cui lotto sempre, e che mi ha dato il gusto esatto di cosa potrebbe essere la libertà. (Gurdjieff interrompe Mme. de Salzmann che traduce, ma Gurdjieff la ferma.)

Gurdjieff: Ho già capito. E' per lo stesso motivo. tu hai capito con la tua testa., ma il tuo organismo non ha la possibilità di essere quello che la tua testa desidera.. Bene quindi, la materia chimica che dicevo di poterti dare i quali risultati si accumulano in te e ti danno il fuoco per rivitalizzare le tue funzioni. E' lo stesso motivo. Di chi è colpa io non so, ma in futuro dovresti prendere ogni misura, - chiedi, elemosina, supplica Mme. de Salzmann di aiutarti. Mme. President ha anche la possibilità di introdurti nel gruppo del sabato. (A Mme. Er.): You oght to see to it that your title has a meaning. All'inizio pensavi che fosse uno scherzo, ma ha preso una brutta piega. Tracol, come sta il tuo allievo (Gerb.)? Dovresti aiutare il tuo allievo, illuminandolo perché possa capire. Ha un aspetto molto simpatico. Lo conosco esteriormente ma non interiormente. Per cui, si deve manifestare con la sua lingua. Dovresti aiutarlo affinché io possa capire la sua interiorità. Nello stesso modo in cui il Procuratore Distrettuale è governatore per lei (Mlle. Dol). Hai notato che quando conosco bene qualcuno sono capace di dare buoni consigli? Ora non posso. Devo sapere di che cosa è imbottito. Come per lui (Mlle. Dol), io so di che spezie è ripiena. (Scherza con Mlle. Dol e Sunn sul risparmiare sigarette, invita alcune persone per domenica, regala caramelle e le congeda).


martedì 18 settembre 1973

05-Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Lettura: Introduzione alla ottava serie. Alcuni libri di Gurdjieff. Dopo cena, il Sig. Gurdjieff  chiede a quelli che sono tornati dalle vacanze di fargli un resoconto del loro lavoro.

Mme Franc: Durante le vacanze ho fatto i due esercizi che mi hai dato, l'esercizio sulla divisione in due e sulle sensazioni di caldo, freddo, e lacrime (n.d.t. la parola tears tradotta "lacrime" potrebbe anche essere "strappo"). Non posso dire di aver avuto molti risultati da questi esercizi, ma ho avuto risultati nel comprendere. La divisione in due, non posso dire di essere riuscita a farla, ma il lavoro mi ha dato un centro di gravità nella mia testa. Questo ha cambiato molte cose per me e mi ha permesso di deidentificarmi un po' dal mio corpo e posso vedere più chiaramente nel mio lavoro. So meglio cosa sto facendo e cosa devo fare. Questo ha cambiato i valori.

Gurdjieff: Avevo già capito che avevi una personalità. Ora senti in te qualcosa, una separazione. Il corpo è una cosa e tu sei un'altra cosa.

Mme Franc: È quello che sento, ed è una cosa che giudica.

Gurdjieff Devi congratularti con te stessa. Sono contento con tutto il mio essere. È la prima cosa. Senza questo non puoi mai continuare. Senza questo per 10 anni, 100 anni, il tuo lavoro sarebbe soltanto titillazione.

Mme Franc: Mi sembra che ora qualcosa sia stato oltrepassato.

Gurdjieff: Ora devi renderlo fisso. Si deve nutrire il bambino che potrebbe crescere. Dargli buon latte, delle uova, ogni cosa necessaria a un bambino. Quando sarà un ragazzo, sarà capace di parlare e io sarò capace di capirlo. Per me il tuo cliente è lungo abbastanza.

Mme Franc: Volevo anche dirti che l'esercizio delle sensazioni mi ha mostrato che vivevo nell'immaginazione, Poiché noto che è soltanto quando esperisco qualcosa organicamente che è reale; ma non sono capace di concentrarmi abbastanza sulla figura dell'immagine.

Gurdjieff: In generale questa è la tua debolezza. Non è necessario parlarne. È ancora una cosa soggettiva. Ora se ti spiego qualcosa, puoi capire. Prima non avresti potuto capire niente. La prima volta ti sei sentita offesa. E se dico la stessa cosa ora tu puoi comprendere.

Mechin: Ho provato a continuare l'esercizio della divisione in due e, vedendo che non ci riuscivo, ho pensato che era perché l' "io" in me non era abbastanza forte. Tutta la mia attenzione era spostata a "io sono" e, in effetti, questo ha sviluppato a poco a poco una sensazione molto più forte, che non avevo mai avuto, di "io". Ho accertato in effetti che questo ha cambiato tutti i valori in me, che quello che avevo capito teoricamente fino ad ora, ora lo capisco in un modo diverso e questo mi ha fatto capire anche molti problemi, che fissati in me specialmente la necessità per me, ha smesso da questo momento di recitare una parte. Ma, come durante le vacanze, ero abbastanza solo nella parte che dovevo recitare, dovevo recitarla con i miei genitori e sopratutto con mia madre, che era il momento dove arrivava la difficoltà.
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Ho accertato che ero completamente incapace di recitare una parte, che era impossibile.

Gurdjieff: Tu hai capito che cos'è recitare una parte; hai capito che valore ha per te, hai assaggiato? Bravò!

Mechin: Poi, mi sono sforzato ulteriormente con l'esercizio di divisione. Ho provato a capirlo e un giorno, passando davanti a uno specchio, sono rimasto molto sorpreso che vedevo me stesso come un estraneo. Ho pensato che avrei dovuto usare questa prova per fare questo esercizio; dopo, facendo l'esercizio, ho visto me stesso come mi sono visto allo specchio; ne ho avuto solo una fredda figura, senza vita. Ho visto un corpo senza vita e ho provato a stabilire relazioni con il mio vero corpo. Nel provare a farlo mi è  sembrato che questo mi desse, in più, un gusto di cosa potrebbe essere la divisione. Ho sentito che si deve fare questo.

Gurdjieff: È abbastanza, sei nato. La tua individualità è nata. Prima eri come un animale senza "io". Ora hai un “io" e le proprietà di un uomo. Te le ha date questo esercizio. Prima non avevi individualità, eri il risultato del tuo corpo, come un cane, un gatto o un cammello. Ora se hai delle corna, puoi vederle e stupirtene. Prima non potevi vedere niente. Ora hai un'individualità che non avevi. (Rivolgendosi agli altri) Lui ha acquisito un'individualità. Prima non l'aveva. Era un pezzo di carne. Avrebbe potuto lavorare mille anni, non avrebbe mai avuto alcun risultato. Sei un camerata di Mme Franc. Entrambi potete diventare iniziati alla prima iniziazione. È una cosa piccola ma è una cosa grande, una garanzia del futuro. Mi congratulo anche con voi. Per la prima volta in tre anni sono felice internamente. Sono felice dei miei sforzi. Poiché questo non è per caso,  che ce ne sono altri due. Tu non sei più fidanzato, non più Mechin, tu sei mio fratello più giovane (a Mme Franc) tu sei mia sorella. Dopo parleremo separatamente.

Gurdjieff a Yvette: Non sei felice?

Yvette: Sì, e posso dire che quel che Mme Franc ha detto mi sembra che ero io che lo dicevo perché per qualche tempo c'è qualcosa di completamente nuovo in me e c'è anche il timore di vederlo sparire. Poiché, in generale, tranne che in momenti molto rari, c'era in me qualcosa che prima non c'era ed essenzialmente qualcosa nella mia testa, qualcosa che sentivo nella mia testa, sulla quale mi appoggio e che mi separava dal resto, distinta dal mio corpo, da tutto quel che sono, dal mio sentimento.

Gurdjieff: Puoi forse dire che tu sei una cosa e il tuo corpo un'altra cosa. Prima non potevi dirlo sinceramente.

Yvette: È una cosa che si può mantenere?

Gurdjieff: Abbiamo trentatré qualità di liquido che posso darti. Non è necessario capire; mi hai chiesto se è possibile e io ho detto sì. Ho detto anche che ci sono trentatré qualità di fluido.
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Tracol: Mi hai fatto accuratamente sentire, per un momento, la mia attitudine di oggi di fronte al lavoro. È stato quando hai ricordato durante la cena l'aneddoto del Curdo. L'esercizio che mi hai dato diciotto giorni fa e che consiste in un continuo richiamo: a ogni inalazione e a ogni espirazione io devo pensare "io sono” e devo depositare l'elemento attivo dell'aria nelle mie gambe mentre sono reclinato o seduto, e nel plesso solare quando sono in piedi. Ho provato a fare questo esercizio, provo a farlo sempre e, più lo faccio, più mi diventa quasi impossibile farlo, tranne nei momenti in cui posso riunire le condizioni più favorevoli. Ma meno le riunisco, più desidero riunirle e non potrei veramente abbandonare questo esercizio prima di avere, alla fine, un gusto un po' migliore di quello che ho fatto. Nei migliori momenti di questo esercizio, non nei momenti più favorevoli ma nei momenti in cui lavoro con maggiore intensità, che sarebbero nella vita, quando riesco a eseguire l'esercizio continuando le mie occupazioni ordinarie, provo un gusto che è interamente ingannevole; ho l'impressione di vivere in un doppio sogno. Da un lato faccio la mia vita esteriore come in un sogno e provo a recitare una parte in esso; e dall'altra parte, faccio il mio lavoro come in un sogno, e ho l'impressione di una parte che sto per recitare interiormente. In compenso, quando faccio questo esercizio solo in condizioni favorevoli, succede che bruscamente ho una sensazione di "io" che è più forte ancora che nell'esercizio di divisione; e mi piacerebbe conservare, nella mia vita ordinaria, il gusto che ho avuto in quel momento.

Gurdjieff: Continua questo. Devi esercitarti a poco a poco. Fare di questo sentimento la tua proprietà. Si deve avere prima il sentimento. Che è come dire, non avere le tue associazioni. Il sentimento viene in te, è tua proprietà ma in uno stato speciale. Cioè, non può venire nella vita. In uno stato speciale quando ti rilassi un po', puoi ricordare questo sentimento e devi afferrarlo.

Tracol: E, allo stesso tempo sento che il vero lavoro è nella vita ordinaria.

Mme de S: Ma si deve fare prima questo, in uno stato speciale, e a poco a poco arriverai ad esso nella vita ordinaria.

Tracol: Il sentimento più forte di divisione è quando la faccio in condizioni confortevoli.

Mme de S: Per questo è necessario accrescerlo in te in questi momenti. Dopo, a poco a poco, sarai capace di far durare questo stato.

Kahn: Parecchi mesi fa ho posto questa domanda: "Quando ho un impulso di vero amore verso qualcuno, mi sembra che, non solo questo stabilisce una relazione tra me e quella persona ma che questo da prova di una forza superiore in me.” Al tempo mi hai risposto che non dovevo pensare a tali cose al momento, che questa era psicopatia, che dovevo fare il mio lavoro come un servizio. Ti ho ascoltato e cominciai a essere capace di distaccarmi dal mio corpo, ora specialmente che ho visto la profondità della mia passività e che ho capito che devo concentrare tutte la mia forza, tirar fuori tutti i miei sforzi per oppormi a qualcosa in me che è la mia abituale nullità, ora ho l'impulso di diventare indipendente. Per esempio, ho come un impulso a riuscire a recitare la mia vera parte rispetto a mio figlio o a mio padre; ho come se ci fosse un impulso nel l'avere successo nel diventare un uomo nei confronti del gruppo, ma mi sembra che ognuno di questi impulsi non sia abbastanza potente perché il distacco sia completo. In uno dei miei migliori momenti di lavoro, ho visto recentemente tutto il mio corpo, tutte le mie emozioni, tutti i miei sentimenti e i miei desideri abituali come quello che ho dovuto riuscire ad uccidere in me per nascere, e ho capito che sarei riuscito nell'essere quel che volevo essere se fossi riuscito a fare quel che io muoio. Quindi, ora ti chiedo, mi chiedo e chiedo anche a te, se non potrei essere aiutato nei miei sforzi da una relazione se non potrei essere aiutato nei miei sforzi  by a relationship of what there is of an "I" in me with a superior form - se questo non è l'impulso che manca in me?
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Gurdjieff: No; continua. Perché usi la parola "vero"? Non puoi ancora avere un "vero amore". Un aspetto del "vero amore" deve essere l'odiare giustamente, odiare oggettivamente, non l'oggetto ma le sue manifestazioni. Tu non puoi ancora usare la parola "vero". Nel frattempo continua ad ammassare materiale. Ma smetti di usare la parola "vero". Non si dovrebbe dare questo valore alle cose. Non puoi ancora amare, non puoi fare niente. Non hai ancora il sentimento e io ho bisogno che tu ce l'abbia. Quando sarai capace di avere un impulso, sarò capace di darti soddisfazioni. Come usarlo, come dirigerlo, come realizzarlo. Vedo che la forma di lavoro che ti ho dato ti ha aiutato; e se questo ti ha aiutato, non è necessario cambiare.

Kahn: Questo lavoro mi ha dato quello che nessun'altra cosa ha fatto.

Gurdjieff: Il resto non conta niente. Anche se potesse esserci in noi, non ce n'è abbastanza in te per un "vero impulso".

Gurdjieff: (a Simone) Hai capito? Anche per te qualcosa è aperto?

Simone: Infatti, mentre ascoltavo Mechin, Gabrielle e Yvette parlare, ero con loro.

Gurdjieff: Tu hai sentito con la tua testa, con la tua intelligenza. Per esempio, rispetto a Mechin, tu hai capito prima di lui; lui capisce meno di te, ma comprende col suo intero essere. Capisce con la sua individualità, tu col tuo corpo. Per me, questo ha più valore del tuo.

Simone: Ora sento qualcosa nella mia testa che rimane quasi sempre; non è molto forte ma è molto costante, qualcosa che mi fa vedere esseri e cose in un modo diverso.

Gurdjieff: È normale. A poco a poco deve essere diverso. Stai cominciando ad avere una vera vista. Tu avevi, fino ad ora, un punto di vista di fantasia.