Incontro del 18 gennaio 1944
Mme Dubeau. E' difficile per me separare quello chge sento, cosa è vero, da quello che è immaginario; difficile vedere se quel che percepisco ha una base reale. Per esempio, sembra impossibile nell'esercizio del riempire le mie braccia...
Gurdjieff: Ti ho detto di non aspettarti niente da questo esercizio. E' l'esercizio che ti darà comprensione. Altro verrà dopo. Poi forse troverai possibile capire cos'è la fantasia e cos'è reale. Per capire, è necessario FARE, fare esperienza. L'esercizio ti darà l'esperienza. Questo esercizio fu stabilto secoli fa, prima che esistesse l'Europa.
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Pomereu: Vorrei sapere se il lavoro è compatibile o no con l'ambizione - un desiderio di potere - nel mondo esteriore.
Gurdjieff: Se ti aiuta con il tuo esercizio, puoi farlo. Per esempio, puoi sempre ammazzare qualcuno. Io ti ho dato questo esercizio categorico: Sii un egoista. Non puoi fare niente al presente. Prima reggiti in piedi solidamente. Dopodiché, puoi fare qualcosa. La tua domanda è astratta.
Pomereu: Si può avere ambizione fuori del lavoro?.
Gurdjieff: Puoi darla a te stesso come compito ma non puoi contare sul successo - potresti o non potresti. Forse può essere compatibile con il lavoro.
Pomereu: Quindi non è necessario provare a distruggerla subito?
Gurdjieff: No. Ma se sorpassa il tuo lavoro vero, se è una debolezza, devi ucciderla. Se lo fai consciamente, puoi tenerla.
Pomereu: Ma se è una cosa fisica...
Gurdjieff: Può essere una cosa fisica, ma non automatica. Datti un compito conscio e portalo avanti, even by inertia.
Pomereu: Come posso sapere se la mia decisione è conscia? Se voglio i soldi, per esempio, è sicuramente per stupidità.
Gurdjieff: Un'altra questione. Quello che hai acquisito con il lavoro non deve essere usato nella vita ordinaria. So long as you have to do with me, tu devi esteriormente recitare una parte, ma interiormente devi imparare a non identificarti mai. Durante il lavoro avvengono tali cose - possibilità straordinarie - non devi usarle mai per la vita ordinaria.
Mme Dollinger: Nel lavoro si può essere aiutati dalla preghiera e come si dovrebbe fare?
Gurdjieff: Puoi pregare solo con i tuoi tre centri, e allo stesso tempo è un esercizio. Quello che mi interessa non è la tua preghiera, è la tua concentrazione con i tuoi tre centri. La tua preghiera non va più lontano della tua atmosfera. (aura) Quando la tua preghiera può andare più lontano dell'America, sarai capace di pregare il Presidente.
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Mme Dollinger: Come si può pregare con i tre centri?
Gurdjieff: Ora devi fare una cosa seria. Impara, per il bene futuro, a concentrarti non solo con un centro ma con tre. Devi pensare, sentire e percepire. Questo è importante. Per questo ci sono diversi esercizi. Puoi pregare, cantare - quello che ti va - ma con tre centri.
Hignette: La regola formulata ora mi lascia stupita. Mi sembra che qualche volta uno non possa aiutare usando certi risultati del lavoro. Sto pensando alla mia classe e come riesco a gestirla adesso rispetto a prima.
Gurdjieff: Quel che voglio dirti è qualcosa di diverso. Non parliamo di quello. Questa è una cosa naturale. Avresti potuto farlo anche senza di me. Ogni anno sei più grande, più pratica. Acquisti esperienza e cambi il tuo modo di fare le cose.
Alain: Qualche volta riesco ad arrivare ad una specie di pensiero che è più chiaro e più grande, nel quale capisco molte più cose. Posso usarlo?
Gurdjieff: Fa il tuo esercizio... Esattamente come si impara a suonare il piano. Prima di tutto, fai molto esercizio prima di suonare un accordo. Ora tu devi fare il tuo esercizio e vivere come prima. Nessuno si deve accorgere del tuo lavoro interiore. Questo è il tuo scopo - non identificarti interiormente. Recitare una parte non è uno scopo ma un mezzo.
Alain: Volevo indicazioni più dettagliate su come non identificarsi.
Gurdjieff: Ogni cosa arriva al suo tempo, è solo necessario praticare. Stai filosofando. Ora il tuo scopo e di non identificarti. Considera le tue azioni passate. Cosa puoi dire di esse imparzialmente? Questo servirà da inizio per il tuo lavoro e riconoscerai che tu eri sempre identificato. Per noi è necessario essere interiormente imparziali. Questo al momento è impossibile. Guardiamo ogni cosa, animata o inanimata, parzialmente. Qui è dove giace la nostra debolezza.
Horande. Signore, mi sento male al momento e sono molto stanco.
Gurdjieff: Te l'ho detto all'inizio, dottore, questo lavoro brucia molta elettricità.
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Horande: Per una settimana non sono stato capace di fare l'esercizio, anche il più piccolo sforzo di ricordare per un quarto o un'ora, perché sono stato intossicato dai risultati che ho avuto. Io penso al lavoro ma non riesco a fare niente di preciso.
Gurdjieff: Non puoi ancora aspettarti risultati. Puoi solo fare gli esercizi.Per essere capaci di suonare accordi occorre molto tempo. Forse ti sei illuso, poi una disillusione. Succede così. Pensa solo al futuro, quando il tuo suonare potrà acquisire diverse qualità e potrai diventare un pianista.
Mme Dollinger: Il mio modo di ragionare qualche volta mi fa pensare che tutto questo è un sogno. Quando non mi sento di lavorare, mi dico che tutto questo non è vero.
Gurdjieff: Hai molti cani in te. Come "Mr. Gurdjieff" non ti posso aiutare, ma solo come dottore. Ma io non ho l'abilitazione in Francia. Accetto solo pazienti inglesi e americani.
Mme Dollinger: Allora potrei proprio arrendermi.
Gurdjieff: Devi superare questa crisi. Ora se hai riconosciuto la tua nullità, puoi prendere una vera decisione per cambiare qualcosa. Se io avessi una pillola per calmarti, non te la darei. Devi ringraziare la natura per l'inizio di questa crisi, e che sia cominciata così presto. Philippe ha una crisi come quella due volte l'anno.
Denise: La sincerità è compatibile con la spontaneità?
Gurdjieff: Possono andare insieme, ma è desiderabile che non lo facciano. La spontaneità non è controllata. Non devi essere sincera con gli altri, ma con te stessa. Non devi fidarti di nessuno, nè sorella nè fratello. Devi essere sincera con te stessa. Se sei sincera con un altro, metti in tavola tutte le tue carte. Lui si siederà sulla tua testa. Questa sincerità è una malattia. Forse non hai dentro niente, ma gli altri si immaginano che tu abbia qualcosa. Lasciaglielo immaginare.
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