domenica 9 dicembre 1973

08-Incontro di giovedì 9 dicembre 1943

Incontro di giovedì 9 dicembre 1943

Lettura: I Santi lavori del Santo Ashiata Shiemash.

Cena.

(Scherza con Miss Gordon e Boussik sullo sbucciare uva secca.)

Hignette: Signor Gurdjieff, mi piacerebbe farti una domanda.

Gurdjieff: Scusami, puoi aspettare? Vorrei dire qualcosa a quel signore (Indica Jacques Baratier). Oggi posso verificare qualcosa. Io lo conosco, l'ho visto più di una volta e allostesso tempo non sono sicuro che sia lui. Non mi è mai successo. Io fotografo le persone. Ma nella mia testa questa foto di lui era solo trasparente e per parecchi giorni mi sono detto: “Perché questo". Oggi ho capito.

Baratier: Perché, signor Gurdjieff?

Gurdjieff: Ho visto là tuo fratello; non sapevo che fosse qui. Ho creduto che tuo fratello fossi tu e tu fossi lui. Non ho fissato tuo fratello. Ma oggi vi vedo indipendentemente, uno a sinistra, l'altro a destra: non avete niente in comune esteriormente, ma nell'essenza siete simili. Si può scommettere che è lo stesso padre. Perché ridete tutti? Quel che ho detto è molto normale. Ha! È abbastanza. Oggi è giovedì e allo stesso tempo, un giovedì che comincia in modo nuovo. È il giovedì di una sequenza di giovedì che saranno di nuova qualità. I giovedì di prima sono morti. Non potremo più ricominciare. È una qualità diversa di giovedì, con più dettagli. Tra gli altri, per questo giovedì, parecchie persone mi hanno detto: "Non posso rispettare la condizione, che era stata stabilita, di interessare e portare sette persone al lavoro". Ho posto come condizione che sarebbero venuti di giovedì solo quelli che speravano di essere capaci di portare e interessare sette nuove persone, senza spiegare loro niente di strano riguardo le idee, interessandole solo con le idee, le mie idee, con quello che ha studiato qui, fatto qui, gli strumenti che gli abbiamo dato e nient'altro. Sette persone in sei mesi. Questa era la prima condizione. E certuni mi hanno fatto questa domanda: e io rispondo che è un idiota chi mi chiede questo. Non è questione di portare sette persone in sei mesi;se veramente uno interessa una singola persona a venire, questa persona può aiutarti a portarne quattordici. Non è difficile. Non è una questione di sette. Basta una per cominciare. Solo che deve essere una persona che sarà stata veramente avviata, ben iniziata, che si può interessare alle nostre idee. E automaticamente sarà capace di assisterti, poi tu sarai, tu, come un presidente francese - che è come dire, non avrai niente da fare. Non farà niente. (a Hignette) Ora, mia cara, cosa desideri?

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Hignette: Mi sento troppo calma e troppo felice; senza il desiderio di continuare, come acqua stagnante. E ancora, ho sentito che devo fare qualcosa. Ho scelto un compito intellettuale e primitivo, e specialmente in condizioni spiacevoli. Ora mi sento estremamente stanca. In più, non si accorda col mio lavoro. Vorrei dormire venti ore al giorno se potessi. Vorrei sapere, ora come diminuire il mio compito, non ne ho più la possibilità e non lo voglio, ma come sopportarlo meglio e riposarsi meglio?

Gurdjieff: In generale il tuo lavoro procede bene?

Hignette: Intellettualmente, sì.
Gurdjieff: Allora, se sì, fai una cosa sola. Il riposo te lo sto per dare. Sto per darti delle pillole da prendere due volte al giorno, al mattino appena sveglia, e la sera quando vai a letto. Ma tu, da parte tua, ogni mattina quando ti alzi, lavati con acqua fredda, poi ti riscaldi facendo ginnastica. Fai solo questo. Questo cambierà ogni cosa in tre giorni. E vedrai che la tua fatica era immaginaria. Come puoi essere stanca? Sei ancora giovane; non hai consumato le riserve degli accumulatori. È psichico. Fa questo: lavati, asciugati bene e prendi le tue pillole. Se non senti niente in tre giorni (niente il primo giorno ma già meglio il secondo, e il terzo, bene) puoi venire a casa mia e sputarmi in faccia. Una cosa somma a questo la fatica; un'ossessione intermittente. È o speranza o rammarico di una persona della quale posso solo pensare, e che occasionalmente durante qualche ora. Non c'è quindi niente da spiegare; devi fare quello che ti ho detto. Ma allo stesso tempo, giustamente, queste cose richiedono una spiegazione che può servire al mondo intero; quindi la spiego per te e allo stesso tempo per tutti. Tu ricordi che dico spesso che devi essere interiormente libera. Tu capisci cos'è essere liberi. Non identificarsi con niente. La parte più importante della nostra schiavitù dipende da fattori cristallizzati in noi e che sono relativi agli estranei, alle relazioni con persone non familiari a noi. E, per essere capaci di essere liberi,  il primo lavoro nelle scuole esoteriche di tutti i tempi comincia esattamente con questa questione: "Decristallizzare tutti i fattori che sono consentiti dalle relazioni con altri" (eccezion fatta dei fattori cristallizzati che sono concernenti con persone dello stesso sangue, padre, madre, sorella, fratello, eccetera… è lo stesso sangue, la stessa famiglia, i fattori devono continuare). Ma tutti gli altri fattori devono essere decristallizzati; devi essere un assoluto egotista. Tutto l'amore, tutto il rispetto per chiunque possa essere devi liquidarlo; è necessario che l'amore sia trasformato in odio. Devi influenzarti particolarmente e lavorare al fine di non avere mai un'intima unione con alcuno. Non devi né amare né stimare interiormente, né avere alcuna simpatia o antipatia. Dico interiormente, non esteriormente. Esteriormente devi recitare una parte. ma non interiormente. Chiunque sia estraneo a te, devi rifiutarlo, tranne le persone dello stesso sangue. Lotta in tutti i modi. Conosci te stesso meglio di me; sai come influenzarti e quali pensieri e sentimenti sono necessari per resistere al fine di decristallizzare questi fattori. --------------------------- 14 
Quindi comincia e, se vedi che non puoi, ti aiuterò e ti dirò cosa devi fare. La vertà rimane la verità. Tutti quelli che sono coinvolti nel lavoro interiore non devono mantenere fattori di contatto, buoni o cattivi, con chiunque sia; si deve essere liberi, completamente liberi da contatti con estranei. Ripeto, eccetto le persone dello stesso sangue. Per loro, non si devono prendere misure per cambiare queste qualità di relazione. Non dobbiamo cambiare i nostri contatti con i nostri padri, madri, eccetera. Si cambierà solo la forma di contatto con i nostri padri, madri, zii eccetera. È lo stesso sangue. Gli estranei sono di un altro sangue; un'altra sorgente; interiormente ci devono essere completamente indifferenti. Si deve essere liberi da essi. Senza alcuna schiavitù. Esteriormente, puoi recitare una parte e fare quel che è necessario fare. Quello è affare tuo. L'uomo deve sforzarsi di non identificarsi interiormente e recitare una parte interiormente.

Luc: Ma se ci si proibisce la simpatia verso tutti, non ci mancherà un sentimento, in particolare l'impulso di rimorso, che potrebbe riparare il nostro passato e che è un fattore molto importante del lavoro?

Gurdjieff: Per questo, le persone dello stesso sangue ti basteranno. Hai commesso molti errori verso di loro; è a loro che deve andare il tuo rimorso di coscienza.

Luc: Ma io non ho famiglia.

Gurdjieff: Anche una persona è sufficiente. Nella tua vita passata, puoi usare molto materiale per il rimorso di coscienza, verso questa persona. (A Hignette) In quel caso, ora, se analizziamo, che motivi avevi per fare la tua domanda? La ragione è che hai avuto un contatto con qualcuno, un contatto di tipo di polarità. Si deve lottare tanto di più, devi usare questa lotta per il tuo lavoro. Uccidi in te stessa i fattori che hanno permesso questo contatto con una persona estranea, se è estranea. Se è del tuo sangue non si tocca, è un'altra cosa. Se non mi avete capito, parlate con Mme. De S. Le ho spiegato tutto quello che era necessario.

Hignette: Vorrei soprattutto avere qualche cosa di concreto e come liberarsi di un'immagine ricorrente.

Gurdjieff: Fa quello che fai per molte altre cose. Siediti, sii tranquilla, rilassati con cura. Poi comincia a suggerire a te stessa come a una persona estranea. Con la tua coscienza, tu spieghi al tuo subcosciente che tutto quello è schiavitù e che è idiota avere contatto con chiunque possa essere. Lo spieghi come a un estraneo. Poi lo spieghi a te stessa. Una volta, te lo spieghi dieci volte. E, sarai capace, in fatti, di ricevere come un estraneo queste cose che sto per dirti, e che dirai a te stessa. Come a un estraneo a cui si spiega dieci volte la stessa cosa. Poiché, la tua individualità e il tuo corpo sono esattamente come te e un'altra persona, un estraneo. Per te, il tuo corpo è una persona estranea, la differenza è che è più facile pungere qualcuno vicino che uno lontano. Ora, il tuo corpo è il più vicino; è quindi più facile. Non una, ma dieci volte al giorno, puoi parlare a te stessa. Si deve fare tutto diversamente in questo lavoro; da voi devono essere uccisi perfino gli obblighi sacri. Chi vuole avere la libertà, deve uccidere ogni cosa in sé stesso. Anche se ami Dio o la Madonna, devi ucciderli in te stesso. Anche l'idea da fusi (sic) di credere a un Santo, devi mandarlo al diavolo e il Santo non avrà niente contro di te per questo.
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Luc: Sono molto sorpreso da quello che dici. Poiché io, che vanto di avere molti contatti nella mia vita, ho percepito quindici giorni fa, e sono preoccupato, che non sento più niente per nessuno nelle relazioni con la gente. Sono assolutamente secco e indifferente, continuando sempre a fare le cose che devo fare e continuando a dare il massimo di me stesso nei miei rapporti umani.

Gurdjieff: E pensi di esserci arrivato da solo?

Luc: È il risultato del lavoro.

Gurdjieff: Tranne forse che io ho fatto qualcosa di speciale per te, per farti arrivare a questo? (crede di essere diventato così in modo completamente naturale). Io ho fatto di te un candidato speciale per il lavoro. L'ho fatto di proposito. Come se ti avessi dato una pillola. Tu sei cambiato e io sono contento.

Luc: Ho parlato con qualcuno che mi ha detto che non ha mai provato amore per nessuno. Lo comandava la sua testa. Poi non ho saputo come rispondere, poiché sono colpito dalla stessa incapacità. Qualcosa in me è debole.

Gurdjieff: Perché ricordi questa persona?

Luc: In relazione al lavoro.

Gurdjieff: Il consiglio non ti aiuterà. La tua volontà non basta per cambiarti, devi avere un aiuto esterno.

Luc: Ne sono sicuro.

Gurdjieff: Ho detto a questo giovane uomo che è metà e metà, da una parte l'aiuto esterno: sto per darti qualche pillola, dall'altra parte, lui, da solo, deve lavarsi con l'acqua fredda e fare ginnastica. Le pillole da sole non possono aiutarti. L'esercizio da solo non può aiutarti senza le pillole. Le due cose insieme possono cambiarti in una o due settimane.

Alain: C'è un impulso che sto provando a coltivare per il mio lavoro e che credevo buono. Era il cercare una chiara intelligenza logica, con la logica, che il mio corpo obbedisse. Avevo un modo speciale. Il mio pensiero distaccato dal mio lavoro personale. Ed ho trovato al momento un'inclinazione o piuttosto una sorpresa di esistere, che credevo essere capace di intensificare, che potesse aiutarmi, a richiamare uno sforzo più potente. ma ho capito che è esterno, che il lavoro è diviso in due; che la prima parte del lavoro ha più forza in proporzione a quanto lo si fa, e mi chiedo se è buono continuare.

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Gurdjieff: Posso dirti una cosa. Abbiamo una proprietà. Se sei su un buon percorso, la natura ti mette dentro immediatamente un'idea; essa cristallizza in te l'esatto fattore per calmarti e impedirti dal continuare sulla buona strada. Più sei sulla buona strada, più la natura usa queste cose. Nella vita succede così. Quindi dovrai fare questo: diventerai calmo in un buono stato; ti sederai, molto tranquillamente (lo farai per una o due settimane in un mese). E non crederai più a niente e nessuno. Fai un programma. Quando non hai un programma, qualsiasi cosa, anche idiota, priva di valore, marcia, ti può comandare. Fidati solo del programma che avrai fatto in uno stato speciale. La cosa principale e fare questo programma: come vuoi comportarti, cosa vuoi fare, i rapporti che vuoi avere con ogni persona; questo è un programma. E credi solo a questo. E anche se viene Dio a disturbarti e dirti di fare qualcos'altro, non Gli credere. Forse è venuto giusto per farti uno scherzaccio. Fai solo quello che hai deciso nel tuo stato speciale.

Alain: Ma è difficile credere che lo spostamento del pensiero basterà ........ , l'impulso. (But it is difficult to believe that the movement of thought will suffice to bring about the much sought after fire, the impulsion.)

Gurdjieff: Allora ti perderai sempre; sarai sempre come sei. È il cane, il diavolo che la natura mette in te. A causa di questo, non credete niente. Manda al diavolo anche Dio. Non credere in Dio. Ma solo nel programma che hai fatto. Tu hai capito che sto dicendo una cosa importante. Questo stato non può venire spesso. Ma si può avere una o due volte al mese; seduto, calmo, accorgiti dei tuoi tre tipi di muscoli e poi pensa in maniera assoluta e imparziale. Consiedera il tuo stato, la tua classe, il tuo carattere, e come fare tutto quello che devi fare nei mesi a venire. Che rapporti, per esempio, vuoi avere con questo uomo o quella donna. Il programma stilato, lo metti nella vita e fai solo quello che corrisponde al tuo programma. Nella vita ci sono migliaia di persone che vogliono comandarti. Manda al diavolo il mondo intero; credi solo al tuo programma e alle tue decisioni. È la sola strada esatta per te; le altre non esistono, non esiste nessun altro modo; ci sono molti cani che la natura mette in noi espressamente per indebolirci. Alla natura forse interessa che ci siano meno persone sulla strada giusta.

Lanctin: Signore, 

Monsieur, until several months ago, I tried to free myself from external influences and in particular in my relation with others. But I have run up against a rather grave obstacle, the difficulty of establishing a relationship with people. I see well what I ought to ask them, but when I am in contact with them, I do not see what they can ask me and I can never make other than a superficial contact.

Gurdjieff: Then, hurry up and expect nothing of the work. It is only after that you will be able to have results. Do everything without identifying yourself internally and, externally, play a role. This role is to be exactly as you were before. Act around each as you have done until now, without letting him know externally that you are
working. No one must notice that you do something. Expect nothing. Do only
your task. Do not identify internally with anyone or anything. This is your task.
Be exactly as before, it is the role that you must play. Automatically you have
changed and you cannot be as you were before; this will make you understand
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what this is and understand why I call this "to play a role". Do not let him see
that you are doing something exceptional. Search not to enlighten, to send rays
outside, you are not strong enough; you have not the possibility of doing it. One
must never expect; leave things to be done as before. Your friend was idiotic?
Let him be idiotic, and keep the same relationship. He was intelligent? Let him
be intelligent. Show him that nothing has changed. This is called playing a role.

Lanctin: To tell the truth, I had understood this for the old relations that I knew. But for the new, I did not know them before and I do not know how to establish my role.

Gurdjieff: It is yet easier. You remember how you were six months previously and you do
as you would have done six months earlier. Not more, not less. You remember
how you would have been with her six months ago; and what you have gained,
you hide it from her. When everything shall have been decrystallized you will be
able to be a new person. I have said a million times not to use that which you
have gained; today, be content to work and expect nothing. And if you have
gained something, do not use it in life. It is a serious task that you must
accomplish; that no one notices that you are something. Not only must one do it,
but even as a task, as a special work, without erring. You must do it like a task, to
continue to do that which you did before.

Phillippe: Just now, in speaking of the family, you enumerated the father, mother, uncle, but
not the, wife and the children; are they of the same blood? The children are the
same blood, but the wife?

Gurdjieff: It is the same blood if you have children because the blood is then mixed with that of the wife. But if you marry and you do not have children, it is not your blood, and you can send your wife to the devil. If you have children, she is of your family. With children the relations must be completely different; the whole world knows that. The bloods are mixed when there are children. In that which concerns children, it seems better to decrystallize certain factors, certain weaknesses, about a child. If you work you must work on your weakness: your weakness consists in thousands of things. For example, your child draws always on your love - proper; automatically, you do not love it. This must not exist. If you work, all your work must have the same value for you. These little things prove to me that you work not on yourself; you make differences between your children. One of your children, for example, touches unconsciously one of your weaknesses. Because of this you can arrive at detesting it; this child, little by little, begins to offend you; in continuing, if this repeats itself, it can crystallize in you some factors of hatred; and if these factors continue to crystallize, it can happen that a father kills his son. His worst enemy can be his son. You must do your work. Your children must have the same value for you. All are your blood. Through them you can have a contact with your wife. There exists, pertinent to this, in Asia an original thing. Over there one calls the Fatma. But when she has
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a child, her husband calls her Padgi, that is to say "sister", and the wife calls her husband Kardavate, that is to say, "brother". They are named brother and sister, they are not longer husband and wife. It is absurd and at the same time it teaches. And this comes to us from very remote times.

Phillippe: If a child has horror that the father embrace the mother or touches her arm in front of him, one must avoid it and not touch his mother in front of him?

Gurdjieff: Sì.

Phillipe: And it is right that this be very strong in the child?

Gurdjieff: I am going again to explain to you among other things, something oriental. When a child arrives, after this moment the father and mother must figure that life is finished for them; their life, their satisfactions, all is sacrificed for their children. They do everything for their children and refuse themselves everything. They are . father and mother, their life is finished. Their aim is their child, they must do all for him, even kill, even steal, some bad actions - for their children.

Le Prudhomme: There is a question on the same subject that I want to ask you. Our attitude towards one another. We have to act among ourselves in the teaching as with the people outside?

Gurdjieff: Here, it is not the same thing. Here there are comrades. You can make a
compromise with your conscience. You know that the first commandment is that
the hand wash the hand. Do you understand? If the right hand does not wash the
left, the left does not wash the right. If the right doesn't do this (Gurdjieff makes a
gesture of washing his hands), the left hand does not do that. If you don't do
good to your comrades, your comrades will not do good to you. If you do good,
they are obliged to help you.

Le Prudhomme: Because for me my comrades have become kindred and more dear than my family.

Gurdjieff: It is because you need them, but you must not be a slave.

Le Prudhomme: It is a privilege that I have never felt.

Gurdjieff: But without sentiment, without identification; it is the thought that must be like that.

Le Prudhomme: I cannot distinguish it.

Gurdjieff But with your consciousness, you must not be slavish; that which is good today, can tomorrow be bad. Tomorrow a comrade can behave toward you as to a stranger. And that your sister cannot do. Doctor, I shall talk with you in a week. I am sure that you will agree with; and you, Mme Dubeau, you can do some good work for me if you follow the advice of the mirror.
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domenica 21 ottobre 1973

07-Incontro di giovedì 21 ottobre 1943

Incontro di giovedì 21 ottobre 1943

Gurdjieff: Madre, posso fumare? (a Jac) Nota questo esempio - lei è madre, la madre della casa; tu ricordi che l'ultima volta ho detto che nessuno può far niente senza il permesso della madre. La madre è la testa (della casa).

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(Gurdjieff scherza su Jac., dice che Jac. è geloso perché sua mamma non appartiene più solo a lui ma a ognuno presente, e quando gli mancherà realizzerà il valore di quello che possedeva).

Gurdjieff: Ehi, dopo quello che abbiamo appena letto della cerimonia di Cristo, penso che sia difficile per chiunque porre una domanda. Comunque sia, bisogna provarci. Anche se fosse una domanda egoistica.

Hig: Signore, vorrei fare una domanda. Avendo finito parecchie settimane fa i compiti che mi ero preso, mi trovo da allora in un felice equilibrio senza uno iato e senza un desiderio. Voglio andare avanti col lavoro perché sento che c'è un universo sopra quello in cui sono ora, ma non posso fare alcun progresso da allora e sento che da solo non posso fare niente.

Gurdjieff: E' un brutto segno. Devi cercare uno shock dall'esterno. Ti accontenti di poco. Ora, durante questo periodo, dovresti fare uno sforzo. Dovresti avere un lotta interiore tra la tua individualità e le tue funzioni. Non devi tranquillizzarti. Il fatto che non puoi lavorare è un segno molto buono. Devi forzare te stesso. Se superi questa crisi, questa piccola crisi, in seguito potrai ricominciare.

Hig: Non vedo esattamente quale percorso seguire e che scopo avere in vista.

Gurdjieff: Non è necessario un percorso. E' necessario soltanto che tu ottenga i risultati in te stesso. Raccogli, accumula i risultati della lotta. Ne avrai bisogno per continuare. Devi accumulare; hai delle batterie in te nelle quali devi accumulare questa sostanza, come per l'elettricità. Questa sostanza può essere accumulata soltanto lottando. Perciò crea una lotta tra la tua testa e il tuo animale. L'ho già spiegato l'altra volta. Scusami. E' sabato che l'ho detto. La mia memoria sta invecchiando. Non sono solito fare errori e ora sto cominciando.

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Ti consiglio - ora che ti conosco mille volte meglio - di non fermarti. Continua la tua lotta, ma senza l'aspettativa di risultati. Accumula i risultati del processo di lotta. Quando lottiamo interiormente con il pensiero, il sentimento e il corpo, questo produce una sostanza nel posto a cui appartiene. Accumula. E' questo che sta mancando in te. Tu sei giovane. Non hai esperienza. Sei vuoto. Continua la lotta iniziata accidentalmente. Così che se tu dici di essere soddisfatto, questo prova che sei sulla strada giusta. Ma non ti devi fermare. Tu avevi come un piano per andare all'Etoile. Ora sei in Rue d'Armaillè. L'Etoile è ancora lontana: Boulevard Carnot, ci sono venti lampioni, venti stazioni. Quindi, ora, svolta a destra. Quella è la strada giusta. Questo c'è da dire, continua la tua lotta. Stai cercando dei mezzi? Cosa stai facendo non ha importanza. Quel che importa è che tu abbia in te il processo di lotta. Che mezzi impiegherai? Non importa. Lotta. Tu sai meglio di me cosa lotta. Per esempio, qualunque cosa piaccia al tuo corpo, qualunque cosa sei abituato a dargli, non darglielo più. La cosa importante è avere un continuo processo di lotta, perché hai bisogno la sostanza che la lotta ti dà.

Jac: Signor Gurdjieff, mi ha dato un compito allo scopo di ricordarmi di me, di lavorare con qualcuno che mi è vicino. E ho notato, e così mia moglie, che questo scopo ha cambiato la nostra relazione, ma solo a un certo punto, e quello era un ostacolo a cui né lei né io potremmo passare sopra. E Lei le disse che avrebbe detto cosa fare per superare questo ostacolo.

Gurdjieff: Primo, per ogni genitore, si deve cominciare ponendo una domanda; tu e tua mogli avete dei bambini. Bene, se avete dei bambini, essi creano per voi doveri speciali. Vivere solo per voi stessi è finito. Saresti obbligato a sacrificare ogni cosa per i tuoi bambini, nella vita ordinaria. In questo momento tu e tua moglie dovete progettare come scopo, di vivere per i vostri bambini; è lo scopo tuo e di tua moglie.

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Niente dovrebbe interferire con il vostro mutuo rapporto. Dovreste avere questo scopo comune tra voi. Dovreste avere uno scopo, uno scopo comune, tra di voi, e questo scopo comune tra voi darà un contatto con il lavoro, perché è uno scopo oggettivo e anche il lavoro è oggettivo. Cominciate da questo. Discutilo con tua moglie. Con lei, progetta di sacrificare ogni cosa ai tuoi bambini. Non per sempre, ma per un periodo di tempo particolare. tutto per i tuoi bambini. Il vostro sarà uno scopo comune. E nelle vostre relazioni personali ci sarà una lotta, per il motivo che entrambi programmate questo scopo con la vostra mente, dato che i vostri caratteri sono diversi, ognuno avrà - poiché ognuno avrà scelto il suo scopo - in sé stesso una lotta da sostenere. E chi si atterrà a questo scopo avrà passato l'esame per avere un altro mezzo oggettivo che verrà in seguito. intanto, parla tranquillamente e francamente con tua moglie e programmate lo scopo. Se lo fai per una o due settimane, meriterai di conoscere il modo oggettivo.

Pomereu: Posso fare una domanda?

Gurdjieff: Se ti va. Questa è la prima volta che parli, vero?

Pomereu: Mi piacerebbe sapere come fare a evitare, al di fuori del lavoro che dura un certo periodo di tempo, che la mia immaginazione scappi con me.

Gurdjieff: Bene, per quello ti darò un consiglio molto semplice e molto ordinario. Anche tu sei sulla strada giusta. Ora quello che ti consiglio è una cosa molto semplice. Capire logicamente non ti porta assolutamente nulla. Capirai in seguito che il solo consiglio buono è quello che sto per darti. Durante tutto il tuo tempo libero, conta: 1, 2, 3, 4, 5, 6, fino a 50. Dopodiché: 50, 49, 48, 47, 46, eccetera fino a tornare all'inizio. Per tutto il tempo. E se lo fai sette volte, cinque o dieci minuti, siediti, rilassati e dì a te stesso: "Io sono", "Io voglio essere", "Io posso essere", "Non per usarlo per fare il male, ma il bene", "Io aiuterò il mio prossimo quando Io sarò. Io sono".

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Dopodiché, conta ancora. Ma consciamente, non automaticamente. Fai questo tutto il tempo libero. La prima volta ti sembrerà assurdo. Ma quando lo avrai fatto per due o tre settimane, mi ringrazierai di tutto cuore. Mi hai capito?

Pemereu: Molto bene.

Gurdjieff: Non ti do nient'altro. ne so un altro migliaio. Ma ti do questa cosa semplice. (Agli altri) E quello lo salverà. La sua intera vita cambierà e fino all'ora della sua morte mi ringrazierà, non mi dimenticherà mai. fai quello, e quello è tutto.

Mme. Et.: Posso chiederle qualche consiglio? Volevo chiederle: quando faccio il mio lavoro di ricordo di me, sono sempre intralciata dalla stessa idea: come posso fare il mio lavoro, come organizzare la giornata, per far felici tutti in casa? E durante il giorno, è proprio il contrario. Sono intralciata dalle idee che hanno a che fare con il lavoro. Penso a quello che ho sentito qui e da Mme. de Salzmann, e questo mi intralcia continuamente.

Gurdjieff: Questo è l'effetto delle esigenze del vivere ogni giorno. Succede a tutti. L'ho detto spesso. Devi riservare ogni giorno un tempo particolare per il lavoro. Non tutto il tempo, il lavoro è una cosa molto seria. Non puoi lavorare interiormente tutto il giorno. Devi dedicare un tempo particolare e aumentarlo a poco a poco. A questo lavoro dedica mezz'ora delle ventiquattro ore. Durante questa mezz'ora dimentica tutto il resto, metti da parte tutto il resto. E' una piccola cosa. Sacrifica ogni cosa per il tuo lavoro interiore e in seguito lo puoi mettere da parte per le cose della vita ordinaria. Non puoi fare questo lavoro per tutto il giorno.

Mme. Et.: Penso anch'io. Diviene meccanico: io sono, io voglio essere.

Gurdjieff: Tu mischi, non devi. Non mischiare questo lavoro col lavoro ordinario. Abbiamo due stati di veglia. Per questo lavoro, dovresti avere uno sto di veglia attivo. Ma mezz'ora di questo stato di veglia è abbastanza per tutto il resto del giorno, nel quale vivi come sei abituata a fare.

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Puoi fare questo? E se non riesci a farlo per mezz'ora, anche dieci minuti sono ricchezza per chi può lavorare dieci minuti. Devi dare e sacrificare a questo lavoro un tempo particolare. Non puoi dare tutto il tempo. La vita è una cosa, il lavoro un'altra. La sostanzialità di ognuna è diversa: per questo lavoro devi essere più attiva. Ho detto questo molte volte. Quando cominci il tuo lavoro, il tuo compito, esso è il tuo lavoro. Dovresti, sempre prima di cominciare, rilassarti, prepararti, raccoglierti. Poi, con tutto il tuo essere, esegui il tuo compito. E' una cosa molto complicata. Non puoi farla per molto il tempo. Ti stancherai presto. Prende tutta la tua forza; se lo fai per cinque minuti di troppo, sarai scaricata di tutta la forza. E' per questo che ho detto che si deve aumentare a poco a poco, fino a quando ti ci abitui: cinque minuti, sei minuti, dieci minuti. Solo questo sistema ti darà sempre un buon inizio per prepararti a raggiungere lo stato che appartiene a un uomo vero. E se tu lavori a lungo, questo prova che non lavori con tutto il tuo essere - stai lavorando solo con la mente. Ma così, puoi farlo per un migliaio di anni senza guadagnarci niente; non vale niente. Lavora per breve tempo, ma lavora bene. Non mischiarlo con altre cose. Cinque minuti di buon lavoro valgono più di ventiquattro ore di altro tipo. Se non hai molto tempo, lavora cinque minuti. Lascia che la vita ordinaria continui secondo le abitudini, il resto del tempo. Quel che dici non riguarda il lavoro. La nostra vita è una cosa, il lavoro un'altra cosa. Altrimenti diventerai una psicopatica. Tu ricordi te stessa con la tua mente - non serve; ricorda te stessa con tutto il tuo essere. Non puoi farlo a lungo, ti scarichi. Fallo per cinque minuti, ma dimentica ogni altra cosa. Sii un'egoista assoluta, dimentica ogni cosa, il tuo dio, tuo marito, i tuoi bambini, i soldi - ricorda solo il lavoro. Breve, ma di sostanza. (Parla in russo con Mme. de Salzmann).

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Bar: Posso fare una domanda? Come faccio a distinguere tra il mio centro mentale e il mio centro fisico?

Gurdjieff: Prendi un compito semplice. Quando pensi, pensa. Le associazioni vanno avanti automaticamente; quella è la tua mente. Quando senti caldo o freddo, quando sei nervoso, arrabbiato, quando ti piace, quando non ti piace - quello è il tuo sentimento.

Bar: Ma nelle proprie azioni, come si può evitare che i centri si invadano l'un l'altro: pensare col sentimento, avere un sentimento mentale, e confondere uno con l'altro.

Gurdjieff: Vuoi dire che non puoi pensare perché sei emotivo?

Bar: Voglio dire che ho un pensiero emozionale.

Gurdjieff: Tu hai una debolezza, una malattia; tu non devi pensare con il tuo sentimento; devi pensare con la tua testa. Pensare col sentimento è una debolezza, una malattia. L'inizio viene dal sentimento e il centro del pensiero è solo una funzione. Ma il centro di gravità deve essere il pensiero. E ora puoi sapere cos'è l'individualità. E' quando il tuo centro di gravità è nel pensiero.
Così, se il tuo centro di gravità non è nel pensiero, tu non sei un individuo, tu sei un automa. E' una spiegazione semplice. Ogni uomo dovrebbe provare ad abituarsi ad essere un individuo, una persona indipendente, qualcosa, non merde (scusa la parola), non un animale, cane, gatto. E' un sintomo molto semplice. Se concentri il tuo essere nel tuo pensiero, sei un individuo; ci sono molti gradi tra gli individui, ma al momento non è importante. tu sei un individuo quando hai il tuo centro di gravità nel tuo centro pensante. E se è in un altro centro, sei un automa. Può essere nel corpo o nel sentimento, ma quando lavori dovresti avere come scopo di essere nel pensiero. E fare questo consciamente. Se non lo fai, ogni cosa si fa in te inconsciamente. Il tuo lavoro dovrebbe essere di concentrarti esclusivamente nel tuo pensiero. E' una spiegazione semplice, Philip? Anche a te questo spiegherà molte cose.

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Philip: Teoricamente lo so.

Gurdjieff: Ma per la tua comprensione questo dovrebbe averti dato qualcosa di nuovo, qualche conclusione interessante?

Zuber: Signore, le ho chiesto giovedì scorso, se c'era un modo per sviluppare l'attenzione; ha detto che l'attenzione si misura nel grado in cui uno si ricorda di sé. Mi ha detto di guardare specialmente dentro me stesso. Gliel'ho chiesto in particolare poiché non ero capace di porre la mia attenzione alla lettura di Belzebù. In questa settimana ho capito che l'attenzione era quello che io ero. Più "io" c'erano, più attenzioni differenti. Volevo chiederle se c'era, per sviluppare l'attenzione, solo il metodo del "Io sono" o ci sono altri metodi speciali?

Gurdjieff: Ti posso dire una cosa. i metodi non esistono. io non ne conosco. Ma ora posso spiegarti tutto semplicemente. Per esempio, in Belzebù, io so, c'è ogni cosa che si dovrebbe sapere. E' un libro molto interessante. Ogni cosa è lì. Tutto quello che esiste, tutto quello che è esistito, tutto quello che può esistere. L'inizio, la fine, tutti i segreti della creazione del mondo; tutto e lì. Ma si deve comprendere, e comprendere dipende dalla propria individualità. Più un uomo è stato istruito in un certo modo, più può vedere. Soggettivamente, ognuno è capace di comprendere in base al livello che occupa, per quello è un libro oggettivo, e ognuno potrebbe capirci qualcosa. Una persona capisce una parte, un'altra mille volte di più. Ora, trova il modo di porre la tua attenzione al comprendere tutto di Belzebù. Questo sarà il tuo compito, ed è un buon modo di fissare una reale attenzione. Se no puoi porre reale attenzione su Belzebù, non puoi avere una reale attenzione nella vita. Tu non conoscevi questo segreto. In Belzebù c'è ogni cosa, io l'ho detto, perfino come fare una omelette. tra le altre cose, è spiegato; e allo stesso tempo non c'è in Belzebù una sola parola sulla cucina. Allora, poni la tua attenzione su Belzebù, un'altra attenzione rispetto a quella a cui sei abituato, e sarai capace di avere la stessa attenzione nella vita.

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(Scherza con Pomereu sul tabacco e di come asciugarlo, e poi sulla polvere di riso e la polvere da sparo; e sulla lingua francese che è ricca solo di insulti tra tassisti).

Mme. de Salzmann: Adesso, qualcuno ha nient'altro da dire?
Jacques: Signor Gurdjieff, poco fa ero molto interessato alla domanda di Pomereu e dalla sua risposta. nella mia vita, che è abitudinariamente molto confusionaria e molto banale, noto quante poche stanze ci sono per il lavoro. Il più delle volte mi sento smarrito. Il che è normale. Ma quel che è meno normale è che io ci sono attaccato a questa confusione, a questa banalità che mi calza a pennello, il me ordinario, l'individuo che è più forte in me. E le chiedo se non potrei applicare al mio proprio caso il consiglio che ha dato a Pomereu, poiché io credo che contenga qualcosa di semplice e chiaro che mi spingerà fuori dalla gabbia per scoiattoli nella quale giro sempre.

Gurdjieff: Non farebbe per te, per niente. E' difficile contare così: 1, 2, 3, fino a 50. Ti do qualcosa di ancora più facile. Tu hai una famiglia. Un padre? Una madre? Un fratello?

Jacques: E una sorella.

Gurdjieff: Anche una sorella: cinque persone. Cominciando domani mattina, prendi come compito: ogni dieci minuti, più o meno, circa dieci minuti  - per me è lo stesso se otto o diciotto - ricorda tuo padre, dieci minuti dopo tua madre, eccetera. Ricordali e rappresentali a te stesso. E quando hai finito con il quattro, dieci minuti dopo "io sono", "io voglio essere", con il sentire di tutta la tua presenza; e dieci minuti dopo cominci di nuovo - tuo padre, tua madre, eccetera. E fai così tutto il tempo. E' più semplice dell'altro. Hai capito? Comunque sia, devi avere una idee fixe. Quando pensi a tua madre ogni cinque volte, pensa che lei è qui e ha degli orecchini d'argento, cose economiche; e tu dai la tua parola a te stesso che quando sarai cresciuto e guadagnerai dei soldi, ti prenderai come compito di regalarglieli d'oro. (A Mme. Et.): Il dieci per cento a me. (A Jacques): Mi hai capito?

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Bar: Signor Gurdjieff, quando uno si trova con un sentimento di profonda tristezza dal quale non riesce a uscire, con quali mezzi meccanici può farcela?

Gurdjieff: Se uno non ne conosce la causa?

Bar: No, non la conosce.

Gurdjieff: Non esiste una tale tristezza; è un'idiozia. Fatti vedere da uno specialista. Io posso raccomandarti un neuropatologo. Lo conosco molto bene, mi da il dieci percento.

Bar: Qualche volta la avverto dopo il pranzo. 

Gurdjieff: Oh, oh: è un sintomo; mangi di più di quel che dovresti. Mangia di meno. Non mangiare l'ultimo pezzo, è tutto. Hai capito che cos'è? L'ultimo pezzo. Capito? Poi bravo. Prova e la prossima volta ne parleremo. E' possibile che la causa sia lì. Se non lo è troveremo un altro modo. (Scherza col dottor Ab. sulla Medicina).

Hig: Signore, mi piacerebbe fare un'altra domanda. Non capisco cosa possa essere l'amore conscio. Non capisco perché la lucidità con la quale si esamina la propria passione e che dischiude la sua causa non debba, a sua volta, ucciderla.

Gurdjieff: Bene, poi dico che l'amore interessa solo le funzioni. E' solo la polarità fisica che sta lavorando. Quando hai pensato a quello, l'amore ti diventerà ripugnante. L'amore che tutti hanno, che hai tu. Ma l'amore conscio, quello è vero amore. Tu hai solo amore basato sul sesso; è una malattia, una debolezza. Non puoi avere amore. Quello che forse aveva tuo nonno. Oggi, per ognuno, l'amore è basato sul sesso, e il sesso sulla polarità. Così, se una persona ha un naso come questo, tu l'ami; se non ce l'ha come quello, tu non l'ami. L'amore reale è oggettivo; ma a Parigi l'amore oggettivo non esiste. Tu hai detto la parola sentimento per sesso, per cose sporche; hai dimenticato l'amore reale.

Hig: Ma si dovrebbe cercare di reprimerlo nell'interesse di un altro?

Gurdjieff: Guardalo come una debolezza e mettilo da parte. E, allo stesso tempo, usalo per osservare te stessa. Approfitta di ogni cosa. E dall'istinto forse sarai capace di sentire l'amore reale.

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Il gusto forse verrà a te. Quando avrai pietà per una persona col naso che non ti piace, o per un'altra che sembra malata, per un bambino senza madre, per un affamato, per un uomo senza una moglie - allora, per ogni persona, sarai capace di entrare nella sua situazione. Abbi contatto con i tuoi diversi impulsi; e se rimani imparziale, vedrai che ogni cosa che ogni cosa che hai avuto in te fino ad ora è merde, è allo stesso tempo sarai capace di provare ad avere il gusto di un'altra qualità di amore. E se il gusto di esso viene a te, io posso spiegartene i dettagli.

Ab: Signore, per provare questo amore conscio, la polarità può essere un aiuto o un intralcio?

Gurdjieff: Un ostacolo, naturalmente. Ma non ci puoi fare nulla. Sei schiavo di questa legge. Che tu voglia o no. E' il tuo corpo che ti fa amare o non amare. Consciamente, puoi non essere più schiavo della tua polarità. Ma prima devi averne il gusto. Tutto quello che posso dire al momento è che quell'amore esiste, l'amore oggettivo. Ma devi averne il gusto. Dopodiché ne parleremo. tutto quello che diremo prima rimarrà teorico. Su questo, Belzebù spiega molte cose. Riguardo ai comandamenti di Ashyata Sheymash c'è questo:

L’Amore della coscienza richiama lo stesso in risposta
L’Amore del sentimento richiama l’opposto
L’Amore del corpo dipende solo dal tipo e dalla polarità.
E c'è anche questo sulla speranza:
La Speranza della coscienza è forza
La Speranza del sentimento è schiavitù
La Speranza del corpo è malattia.
E sulla fede:
La Fede della coscienza è libertà
La Fede del sentimento è debolezza
La Fede del corpo è stupidità.
E ora, District Attorney, prova prima a guadagnare un mucchio; e tu, madre, vieni a vedermi. Io conosco un posto dove ci sono cose d'oro. Io ho un amico al banco dei pegni.
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domenica 30 settembre 1973

06-Incontro di Giovedì 30 settembre 1943

Giovedì 30 settembre 1943

Ja: (Comincia a leggere le domande che ha scritto): Sempre di più sento quanto il mio lavoro sia mentale, quanto poco mi rallegra. E ho capito che non posso approcciare il mio lavoro con fuoco vero (elan).

Gurdjieff: Scusami, ma quello che hai appena detto non è logico. Uno distrugge l'altro. Non ho capito cosa vuoi dire. Non leggere, metti via il foglio.

Ja: Mi manca una spinta per il mio lavoro. Non riesco ad approcciare il mio lavoro in maniera soddisfacente a meno che non senta un certo sprone il quale solo venga a me da una chiara realizzazione della mia situazione presente e della mia presente nullità. L'ho capito molto chiaramente. E questo mi ha fatto capire che dovrei avere un rimorso di coscienza per questa nullità. Ma non riesco ad andare oltre questo stato. Cosa posso fare per avere rimorso di coscienza?

Gurdjieff: Questa domanda porta con sé sette aspetti; non uno, ma sette. Uno te lo dirò: ogni uomo, quando viene al mondo, ci viene per certe ragioni. Ci sono cause, che è come dire, forze esterne l'hanno creato. Queste forze forse non erano obbligate a darti la vita. Sei felice di essere vivo? La vita significa qualcosa per te? Bene poi, se tu sei vivo e sei contento di esserlo, dovresti pagare qualcosa in cambio. Per esempio, io vedo qui tua madre. ma per lei, avresti potuto non venire mai al mondo. E' a lei che devi la tua vita. Se sei contento di vivere la devi ripagare. Tu ora sei grande, è ora di saldare il tuo debito. Una delle cause principali per cui sei in vita è tua madre. E' grazie a lei che hai i tuoi piaceri e che hai la possibilità di svilupparti. Una delle ragioni, uno degli aspetti della tua venuta in questo mondo,è, quindi, tua madre. E io ti domando, hai cominciato a pagare il tuo debito con lei?

Ja: No.

Gurdjieff: Ci sono ancora altri sei aspetti. ma io ti parlo di un aspetto. Comincia, quindi, da questo primo aspetto: tua madre. Ripagala.

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Anche se fosse oggettivamente cattiva, lei è tua madre. E come puoi ripagarla? Dovresti uniformare la sua vita. Ma, invece, tu che fai? Rendi la sua vita molto difficile. La fai snervare, la irriti. Inconsciamente, il rimorso di coscienza potrebbe venire da quello. Prendi gli anni appena passati, ricorda: spesso sei stato molto cattivo. Tu sei una merde. Non hai eseguito i tuoi obblighi. Se hai capito questo, il rimorso in te può cominciare. Questo è solo un aspetto. Potrei spiegartene altri sei, ma dimenticateli. Prima di conoscerli, comincia da questo. Per gli scorsi due anni, quante volte sei stato cattivo, molto cattivo, verso di lei? Ricorda questo e prova a riparare il passato con il tuo futuro nel presente. E' una cosa molto difficile. Se dimentichi, non lo fai, è il tuo difetto e raddoppi il tuo difetto (colpa); primo sei da biasimare per il passato, e sei una seconda volta da biasimare per non riparare oggi. Una buona risposta, no? Ognuno qui è contento. Tranne una persona - sai chi è? Tua madre. Madame, è per il bene di suo figlio che dico questo. (Parla in russo con Mme. de Salzmann)

Mme. de Salzmann (A Mme. E.): Potrebbe pensare che se il signor Gurdjieff parla così, è perché è (our kind host) il nostro gentile padrone di casa e perché Lei è qui. Ma non è per quello.

Jac: Ho pensato a quel che mi hai detto l'altro giorno, che devo scegliere "tutto o niente". Ho deciso di prendere il compito e attenermi ad esso qualsiasi cosa succeda. Questo compito era di riservare un certo tempo della giornata per fare un esercizio, l'esercizio delle braccia allargate. E, provando a fare questo esercizio, ho capito per la prima volta cos'è una non-entità. Fino ad ora pensavo di aver capito, ma era solo per motivi esteriori. Ho visto che ero incapace di qualunque cosa perché qualcosa in me si rifiutava di fare lo sforzo.

Gurdjieff: (Prima parla in russo a Mme. de Salzmann) Scusami. Forse hai creduto che ti avevo dimenticato. Ho chiesto a Mme. de Salzmann: "Quando tutti sono partiti per le vacanze, ho dato a ognuno una bottiglia di medicina da prendere durante il lavoro.

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E' possibile che a te non l'abbia data?" Lei mi ha detto che a te non l'ho data. Ora capisco perché mi hai fatto quella domanda. Se tu avessi avuto quella bottiglia non avresti pensato in quel modo riguardo la tua nullità. (Parla a tutti) Lui si è sentito in generale una nullità. Ma oggi non possiede niente; non ha accumulato niente durante le vacanze. Voi al contrario state a poco a poco mietendo i risultati del vostro lavoro. Ora avete una base per misurare come può essere fatto. (A Ab.) Capisci ora la forza della chimica?

Ab: Io ne ho presa circa un terzo.

Gurdjieff: Quelli sono affari tuoi. Avresti solo un terzo della forza. Non è colpa mia; se l'avessi presa tutta avresti tre volte più forza. E' per quello che l'ho detto. Forse non hai dato abbastanza importanza a questa medicina. Forse questo ti darà un rimorso di coscienza in futuro al fine di ottenere un'altra qualità di attenzione. Come a lui (as to him) (Jac) posso dire che mi dispiace di non avergli adato la bottiglia che ho dato a tutti per le vacanze. Mme. de Salzmann dice che non gliene ho data una. capisco la ragione di questa domanda. Se avesse avuto la bottiglia avrebbe fatto qualcos'altro del suo tempo durante le vacanze - non avrebbe posto la domanda. Capisci, Tracol? Mi dispiace che non sia nel gruppo del sabato. Lui non c'è ed è per questo che ha fatto la domanda. Se ha fatto quella domanda da idiota è perché non ha avuto la sua bottiglia di medicina. E' colpa tua, è colpa di Mme. la Presidente e la colpa di tutti i suoi amici. Lui è stato qui molto tempo; è stato vostro amico per molto tempo; e per molto tempo è stato deprivato. E' colpa di Mme de Salzmann, del Presidente, di ogni persona qui. (Offre una sigaretta a Mme. Et.) Madre, tu meriti di avere tutto. Dovresti avere tutto. I tuoi figli dovrebbero darti tutto, e anche gli amici dei tuoi figli. Hai cresciuto i tuoi figli fino a un'età responsabile. dovrebbero darti quello che ti piace. Se ti piacciono le sigarette, dovresti avere le sigarette. Se non hai niente, è colpa dei tuoi due risultati; devono essere annientati.

Jac: Posso finire la domanda?

Gurdjieff: Finisci.

Jac: Ho notato nel fare questo esercizio che per la prima volta e per un momento molto breve, che ho avuto il sentimento di essere libero, libero da quest'inerzia contro cui lotto sempre, e che mi ha dato il gusto esatto di cosa potrebbe essere la libertà. (Gurdjieff interrompe Mme. de Salzmann che traduce, ma Gurdjieff la ferma.)

Gurdjieff: Ho già capito. E' per lo stesso motivo. tu hai capito con la tua testa., ma il tuo organismo non ha la possibilità di essere quello che la tua testa desidera.. Bene quindi, la materia chimica che dicevo di poterti dare i quali risultati si accumulano in te e ti danno il fuoco per rivitalizzare le tue funzioni. E' lo stesso motivo. Di chi è colpa io non so, ma in futuro dovresti prendere ogni misura, - chiedi, elemosina, supplica Mme. de Salzmann di aiutarti. Mme. President ha anche la possibilità di introdurti nel gruppo del sabato. (A Mme. Er.): You oght to see to it that your title has a meaning. All'inizio pensavi che fosse uno scherzo, ma ha preso una brutta piega. Tracol, come sta il tuo allievo (Gerb.)? Dovresti aiutare il tuo allievo, illuminandolo perché possa capire. Ha un aspetto molto simpatico. Lo conosco esteriormente ma non interiormente. Per cui, si deve manifestare con la sua lingua. Dovresti aiutarlo affinché io possa capire la sua interiorità. Nello stesso modo in cui il Procuratore Distrettuale è governatore per lei (Mlle. Dol). Hai notato che quando conosco bene qualcuno sono capace di dare buoni consigli? Ora non posso. Devo sapere di che cosa è imbottito. Come per lui (Mlle. Dol), io so di che spezie è ripiena. (Scherza con Mlle. Dol e Sunn sul risparmiare sigarette, invita alcune persone per domenica, regala caramelle e le congeda).