domenica 21 ottobre 1973

07-Incontro di giovedì 21 ottobre 1943

Incontro di giovedì 21 ottobre 1943

Gurdjieff: Madre, posso fumare? (a Jac) Nota questo esempio - lei è madre, la madre della casa; tu ricordi che l'ultima volta ho detto che nessuno può far niente senza il permesso della madre. La madre è la testa (della casa).

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(Gurdjieff scherza su Jac., dice che Jac. è geloso perché sua mamma non appartiene più solo a lui ma a ognuno presente, e quando gli mancherà realizzerà il valore di quello che possedeva).

Gurdjieff: Ehi, dopo quello che abbiamo appena letto della cerimonia di Cristo, penso che sia difficile per chiunque porre una domanda. Comunque sia, bisogna provarci. Anche se fosse una domanda egoistica.

Hig: Signore, vorrei fare una domanda. Avendo finito parecchie settimane fa i compiti che mi ero preso, mi trovo da allora in un felice equilibrio senza uno iato e senza un desiderio. Voglio andare avanti col lavoro perché sento che c'è un universo sopra quello in cui sono ora, ma non posso fare alcun progresso da allora e sento che da solo non posso fare niente.

Gurdjieff: E' un brutto segno. Devi cercare uno shock dall'esterno. Ti accontenti di poco. Ora, durante questo periodo, dovresti fare uno sforzo. Dovresti avere un lotta interiore tra la tua individualità e le tue funzioni. Non devi tranquillizzarti. Il fatto che non puoi lavorare è un segno molto buono. Devi forzare te stesso. Se superi questa crisi, questa piccola crisi, in seguito potrai ricominciare.

Hig: Non vedo esattamente quale percorso seguire e che scopo avere in vista.

Gurdjieff: Non è necessario un percorso. E' necessario soltanto che tu ottenga i risultati in te stesso. Raccogli, accumula i risultati della lotta. Ne avrai bisogno per continuare. Devi accumulare; hai delle batterie in te nelle quali devi accumulare questa sostanza, come per l'elettricità. Questa sostanza può essere accumulata soltanto lottando. Perciò crea una lotta tra la tua testa e il tuo animale. L'ho già spiegato l'altra volta. Scusami. E' sabato che l'ho detto. La mia memoria sta invecchiando. Non sono solito fare errori e ora sto cominciando.

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Ti consiglio - ora che ti conosco mille volte meglio - di non fermarti. Continua la tua lotta, ma senza l'aspettativa di risultati. Accumula i risultati del processo di lotta. Quando lottiamo interiormente con il pensiero, il sentimento e il corpo, questo produce una sostanza nel posto a cui appartiene. Accumula. E' questo che sta mancando in te. Tu sei giovane. Non hai esperienza. Sei vuoto. Continua la lotta iniziata accidentalmente. Così che se tu dici di essere soddisfatto, questo prova che sei sulla strada giusta. Ma non ti devi fermare. Tu avevi come un piano per andare all'Etoile. Ora sei in Rue d'Armaillè. L'Etoile è ancora lontana: Boulevard Carnot, ci sono venti lampioni, venti stazioni. Quindi, ora, svolta a destra. Quella è la strada giusta. Questo c'è da dire, continua la tua lotta. Stai cercando dei mezzi? Cosa stai facendo non ha importanza. Quel che importa è che tu abbia in te il processo di lotta. Che mezzi impiegherai? Non importa. Lotta. Tu sai meglio di me cosa lotta. Per esempio, qualunque cosa piaccia al tuo corpo, qualunque cosa sei abituato a dargli, non darglielo più. La cosa importante è avere un continuo processo di lotta, perché hai bisogno la sostanza che la lotta ti dà.

Jac: Signor Gurdjieff, mi ha dato un compito allo scopo di ricordarmi di me, di lavorare con qualcuno che mi è vicino. E ho notato, e così mia moglie, che questo scopo ha cambiato la nostra relazione, ma solo a un certo punto, e quello era un ostacolo a cui né lei né io potremmo passare sopra. E Lei le disse che avrebbe detto cosa fare per superare questo ostacolo.

Gurdjieff: Primo, per ogni genitore, si deve cominciare ponendo una domanda; tu e tua mogli avete dei bambini. Bene, se avete dei bambini, essi creano per voi doveri speciali. Vivere solo per voi stessi è finito. Saresti obbligato a sacrificare ogni cosa per i tuoi bambini, nella vita ordinaria. In questo momento tu e tua moglie dovete progettare come scopo, di vivere per i vostri bambini; è lo scopo tuo e di tua moglie.

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Niente dovrebbe interferire con il vostro mutuo rapporto. Dovreste avere questo scopo comune tra voi. Dovreste avere uno scopo, uno scopo comune, tra di voi, e questo scopo comune tra voi darà un contatto con il lavoro, perché è uno scopo oggettivo e anche il lavoro è oggettivo. Cominciate da questo. Discutilo con tua moglie. Con lei, progetta di sacrificare ogni cosa ai tuoi bambini. Non per sempre, ma per un periodo di tempo particolare. tutto per i tuoi bambini. Il vostro sarà uno scopo comune. E nelle vostre relazioni personali ci sarà una lotta, per il motivo che entrambi programmate questo scopo con la vostra mente, dato che i vostri caratteri sono diversi, ognuno avrà - poiché ognuno avrà scelto il suo scopo - in sé stesso una lotta da sostenere. E chi si atterrà a questo scopo avrà passato l'esame per avere un altro mezzo oggettivo che verrà in seguito. intanto, parla tranquillamente e francamente con tua moglie e programmate lo scopo. Se lo fai per una o due settimane, meriterai di conoscere il modo oggettivo.

Pomereu: Posso fare una domanda?

Gurdjieff: Se ti va. Questa è la prima volta che parli, vero?

Pomereu: Mi piacerebbe sapere come fare a evitare, al di fuori del lavoro che dura un certo periodo di tempo, che la mia immaginazione scappi con me.

Gurdjieff: Bene, per quello ti darò un consiglio molto semplice e molto ordinario. Anche tu sei sulla strada giusta. Ora quello che ti consiglio è una cosa molto semplice. Capire logicamente non ti porta assolutamente nulla. Capirai in seguito che il solo consiglio buono è quello che sto per darti. Durante tutto il tuo tempo libero, conta: 1, 2, 3, 4, 5, 6, fino a 50. Dopodiché: 50, 49, 48, 47, 46, eccetera fino a tornare all'inizio. Per tutto il tempo. E se lo fai sette volte, cinque o dieci minuti, siediti, rilassati e dì a te stesso: "Io sono", "Io voglio essere", "Io posso essere", "Non per usarlo per fare il male, ma il bene", "Io aiuterò il mio prossimo quando Io sarò. Io sono".

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Dopodiché, conta ancora. Ma consciamente, non automaticamente. Fai questo tutto il tempo libero. La prima volta ti sembrerà assurdo. Ma quando lo avrai fatto per due o tre settimane, mi ringrazierai di tutto cuore. Mi hai capito?

Pemereu: Molto bene.

Gurdjieff: Non ti do nient'altro. ne so un altro migliaio. Ma ti do questa cosa semplice. (Agli altri) E quello lo salverà. La sua intera vita cambierà e fino all'ora della sua morte mi ringrazierà, non mi dimenticherà mai. fai quello, e quello è tutto.

Mme. Et.: Posso chiederle qualche consiglio? Volevo chiederle: quando faccio il mio lavoro di ricordo di me, sono sempre intralciata dalla stessa idea: come posso fare il mio lavoro, come organizzare la giornata, per far felici tutti in casa? E durante il giorno, è proprio il contrario. Sono intralciata dalle idee che hanno a che fare con il lavoro. Penso a quello che ho sentito qui e da Mme. de Salzmann, e questo mi intralcia continuamente.

Gurdjieff: Questo è l'effetto delle esigenze del vivere ogni giorno. Succede a tutti. L'ho detto spesso. Devi riservare ogni giorno un tempo particolare per il lavoro. Non tutto il tempo, il lavoro è una cosa molto seria. Non puoi lavorare interiormente tutto il giorno. Devi dedicare un tempo particolare e aumentarlo a poco a poco. A questo lavoro dedica mezz'ora delle ventiquattro ore. Durante questa mezz'ora dimentica tutto il resto, metti da parte tutto il resto. E' una piccola cosa. Sacrifica ogni cosa per il tuo lavoro interiore e in seguito lo puoi mettere da parte per le cose della vita ordinaria. Non puoi fare questo lavoro per tutto il giorno.

Mme. Et.: Penso anch'io. Diviene meccanico: io sono, io voglio essere.

Gurdjieff: Tu mischi, non devi. Non mischiare questo lavoro col lavoro ordinario. Abbiamo due stati di veglia. Per questo lavoro, dovresti avere uno sto di veglia attivo. Ma mezz'ora di questo stato di veglia è abbastanza per tutto il resto del giorno, nel quale vivi come sei abituata a fare.

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Puoi fare questo? E se non riesci a farlo per mezz'ora, anche dieci minuti sono ricchezza per chi può lavorare dieci minuti. Devi dare e sacrificare a questo lavoro un tempo particolare. Non puoi dare tutto il tempo. La vita è una cosa, il lavoro un'altra. La sostanzialità di ognuna è diversa: per questo lavoro devi essere più attiva. Ho detto questo molte volte. Quando cominci il tuo lavoro, il tuo compito, esso è il tuo lavoro. Dovresti, sempre prima di cominciare, rilassarti, prepararti, raccoglierti. Poi, con tutto il tuo essere, esegui il tuo compito. E' una cosa molto complicata. Non puoi farla per molto il tempo. Ti stancherai presto. Prende tutta la tua forza; se lo fai per cinque minuti di troppo, sarai scaricata di tutta la forza. E' per questo che ho detto che si deve aumentare a poco a poco, fino a quando ti ci abitui: cinque minuti, sei minuti, dieci minuti. Solo questo sistema ti darà sempre un buon inizio per prepararti a raggiungere lo stato che appartiene a un uomo vero. E se tu lavori a lungo, questo prova che non lavori con tutto il tuo essere - stai lavorando solo con la mente. Ma così, puoi farlo per un migliaio di anni senza guadagnarci niente; non vale niente. Lavora per breve tempo, ma lavora bene. Non mischiarlo con altre cose. Cinque minuti di buon lavoro valgono più di ventiquattro ore di altro tipo. Se non hai molto tempo, lavora cinque minuti. Lascia che la vita ordinaria continui secondo le abitudini, il resto del tempo. Quel che dici non riguarda il lavoro. La nostra vita è una cosa, il lavoro un'altra cosa. Altrimenti diventerai una psicopatica. Tu ricordi te stessa con la tua mente - non serve; ricorda te stessa con tutto il tuo essere. Non puoi farlo a lungo, ti scarichi. Fallo per cinque minuti, ma dimentica ogni altra cosa. Sii un'egoista assoluta, dimentica ogni cosa, il tuo dio, tuo marito, i tuoi bambini, i soldi - ricorda solo il lavoro. Breve, ma di sostanza. (Parla in russo con Mme. de Salzmann).

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Bar: Posso fare una domanda? Come faccio a distinguere tra il mio centro mentale e il mio centro fisico?

Gurdjieff: Prendi un compito semplice. Quando pensi, pensa. Le associazioni vanno avanti automaticamente; quella è la tua mente. Quando senti caldo o freddo, quando sei nervoso, arrabbiato, quando ti piace, quando non ti piace - quello è il tuo sentimento.

Bar: Ma nelle proprie azioni, come si può evitare che i centri si invadano l'un l'altro: pensare col sentimento, avere un sentimento mentale, e confondere uno con l'altro.

Gurdjieff: Vuoi dire che non puoi pensare perché sei emotivo?

Bar: Voglio dire che ho un pensiero emozionale.

Gurdjieff: Tu hai una debolezza, una malattia; tu non devi pensare con il tuo sentimento; devi pensare con la tua testa. Pensare col sentimento è una debolezza, una malattia. L'inizio viene dal sentimento e il centro del pensiero è solo una funzione. Ma il centro di gravità deve essere il pensiero. E ora puoi sapere cos'è l'individualità. E' quando il tuo centro di gravità è nel pensiero.
Così, se il tuo centro di gravità non è nel pensiero, tu non sei un individuo, tu sei un automa. E' una spiegazione semplice. Ogni uomo dovrebbe provare ad abituarsi ad essere un individuo, una persona indipendente, qualcosa, non merde (scusa la parola), non un animale, cane, gatto. E' un sintomo molto semplice. Se concentri il tuo essere nel tuo pensiero, sei un individuo; ci sono molti gradi tra gli individui, ma al momento non è importante. tu sei un individuo quando hai il tuo centro di gravità nel tuo centro pensante. E se è in un altro centro, sei un automa. Può essere nel corpo o nel sentimento, ma quando lavori dovresti avere come scopo di essere nel pensiero. E fare questo consciamente. Se non lo fai, ogni cosa si fa in te inconsciamente. Il tuo lavoro dovrebbe essere di concentrarti esclusivamente nel tuo pensiero. E' una spiegazione semplice, Philip? Anche a te questo spiegherà molte cose.

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Philip: Teoricamente lo so.

Gurdjieff: Ma per la tua comprensione questo dovrebbe averti dato qualcosa di nuovo, qualche conclusione interessante?

Zuber: Signore, le ho chiesto giovedì scorso, se c'era un modo per sviluppare l'attenzione; ha detto che l'attenzione si misura nel grado in cui uno si ricorda di sé. Mi ha detto di guardare specialmente dentro me stesso. Gliel'ho chiesto in particolare poiché non ero capace di porre la mia attenzione alla lettura di Belzebù. In questa settimana ho capito che l'attenzione era quello che io ero. Più "io" c'erano, più attenzioni differenti. Volevo chiederle se c'era, per sviluppare l'attenzione, solo il metodo del "Io sono" o ci sono altri metodi speciali?

Gurdjieff: Ti posso dire una cosa. i metodi non esistono. io non ne conosco. Ma ora posso spiegarti tutto semplicemente. Per esempio, in Belzebù, io so, c'è ogni cosa che si dovrebbe sapere. E' un libro molto interessante. Ogni cosa è lì. Tutto quello che esiste, tutto quello che è esistito, tutto quello che può esistere. L'inizio, la fine, tutti i segreti della creazione del mondo; tutto e lì. Ma si deve comprendere, e comprendere dipende dalla propria individualità. Più un uomo è stato istruito in un certo modo, più può vedere. Soggettivamente, ognuno è capace di comprendere in base al livello che occupa, per quello è un libro oggettivo, e ognuno potrebbe capirci qualcosa. Una persona capisce una parte, un'altra mille volte di più. Ora, trova il modo di porre la tua attenzione al comprendere tutto di Belzebù. Questo sarà il tuo compito, ed è un buon modo di fissare una reale attenzione. Se no puoi porre reale attenzione su Belzebù, non puoi avere una reale attenzione nella vita. Tu non conoscevi questo segreto. In Belzebù c'è ogni cosa, io l'ho detto, perfino come fare una omelette. tra le altre cose, è spiegato; e allo stesso tempo non c'è in Belzebù una sola parola sulla cucina. Allora, poni la tua attenzione su Belzebù, un'altra attenzione rispetto a quella a cui sei abituato, e sarai capace di avere la stessa attenzione nella vita.

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(Scherza con Pomereu sul tabacco e di come asciugarlo, e poi sulla polvere di riso e la polvere da sparo; e sulla lingua francese che è ricca solo di insulti tra tassisti).

Mme. de Salzmann: Adesso, qualcuno ha nient'altro da dire?
Jacques: Signor Gurdjieff, poco fa ero molto interessato alla domanda di Pomereu e dalla sua risposta. nella mia vita, che è abitudinariamente molto confusionaria e molto banale, noto quante poche stanze ci sono per il lavoro. Il più delle volte mi sento smarrito. Il che è normale. Ma quel che è meno normale è che io ci sono attaccato a questa confusione, a questa banalità che mi calza a pennello, il me ordinario, l'individuo che è più forte in me. E le chiedo se non potrei applicare al mio proprio caso il consiglio che ha dato a Pomereu, poiché io credo che contenga qualcosa di semplice e chiaro che mi spingerà fuori dalla gabbia per scoiattoli nella quale giro sempre.

Gurdjieff: Non farebbe per te, per niente. E' difficile contare così: 1, 2, 3, fino a 50. Ti do qualcosa di ancora più facile. Tu hai una famiglia. Un padre? Una madre? Un fratello?

Jacques: E una sorella.

Gurdjieff: Anche una sorella: cinque persone. Cominciando domani mattina, prendi come compito: ogni dieci minuti, più o meno, circa dieci minuti  - per me è lo stesso se otto o diciotto - ricorda tuo padre, dieci minuti dopo tua madre, eccetera. Ricordali e rappresentali a te stesso. E quando hai finito con il quattro, dieci minuti dopo "io sono", "io voglio essere", con il sentire di tutta la tua presenza; e dieci minuti dopo cominci di nuovo - tuo padre, tua madre, eccetera. E fai così tutto il tempo. E' più semplice dell'altro. Hai capito? Comunque sia, devi avere una idee fixe. Quando pensi a tua madre ogni cinque volte, pensa che lei è qui e ha degli orecchini d'argento, cose economiche; e tu dai la tua parola a te stesso che quando sarai cresciuto e guadagnerai dei soldi, ti prenderai come compito di regalarglieli d'oro. (A Mme. Et.): Il dieci per cento a me. (A Jacques): Mi hai capito?

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Bar: Signor Gurdjieff, quando uno si trova con un sentimento di profonda tristezza dal quale non riesce a uscire, con quali mezzi meccanici può farcela?

Gurdjieff: Se uno non ne conosce la causa?

Bar: No, non la conosce.

Gurdjieff: Non esiste una tale tristezza; è un'idiozia. Fatti vedere da uno specialista. Io posso raccomandarti un neuropatologo. Lo conosco molto bene, mi da il dieci percento.

Bar: Qualche volta la avverto dopo il pranzo. 

Gurdjieff: Oh, oh: è un sintomo; mangi di più di quel che dovresti. Mangia di meno. Non mangiare l'ultimo pezzo, è tutto. Hai capito che cos'è? L'ultimo pezzo. Capito? Poi bravo. Prova e la prossima volta ne parleremo. E' possibile che la causa sia lì. Se non lo è troveremo un altro modo. (Scherza col dottor Ab. sulla Medicina).

Hig: Signore, mi piacerebbe fare un'altra domanda. Non capisco cosa possa essere l'amore conscio. Non capisco perché la lucidità con la quale si esamina la propria passione e che dischiude la sua causa non debba, a sua volta, ucciderla.

Gurdjieff: Bene, poi dico che l'amore interessa solo le funzioni. E' solo la polarità fisica che sta lavorando. Quando hai pensato a quello, l'amore ti diventerà ripugnante. L'amore che tutti hanno, che hai tu. Ma l'amore conscio, quello è vero amore. Tu hai solo amore basato sul sesso; è una malattia, una debolezza. Non puoi avere amore. Quello che forse aveva tuo nonno. Oggi, per ognuno, l'amore è basato sul sesso, e il sesso sulla polarità. Così, se una persona ha un naso come questo, tu l'ami; se non ce l'ha come quello, tu non l'ami. L'amore reale è oggettivo; ma a Parigi l'amore oggettivo non esiste. Tu hai detto la parola sentimento per sesso, per cose sporche; hai dimenticato l'amore reale.

Hig: Ma si dovrebbe cercare di reprimerlo nell'interesse di un altro?

Gurdjieff: Guardalo come una debolezza e mettilo da parte. E, allo stesso tempo, usalo per osservare te stessa. Approfitta di ogni cosa. E dall'istinto forse sarai capace di sentire l'amore reale.

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Il gusto forse verrà a te. Quando avrai pietà per una persona col naso che non ti piace, o per un'altra che sembra malata, per un bambino senza madre, per un affamato, per un uomo senza una moglie - allora, per ogni persona, sarai capace di entrare nella sua situazione. Abbi contatto con i tuoi diversi impulsi; e se rimani imparziale, vedrai che ogni cosa che ogni cosa che hai avuto in te fino ad ora è merde, è allo stesso tempo sarai capace di provare ad avere il gusto di un'altra qualità di amore. E se il gusto di esso viene a te, io posso spiegartene i dettagli.

Ab: Signore, per provare questo amore conscio, la polarità può essere un aiuto o un intralcio?

Gurdjieff: Un ostacolo, naturalmente. Ma non ci puoi fare nulla. Sei schiavo di questa legge. Che tu voglia o no. E' il tuo corpo che ti fa amare o non amare. Consciamente, puoi non essere più schiavo della tua polarità. Ma prima devi averne il gusto. Tutto quello che posso dire al momento è che quell'amore esiste, l'amore oggettivo. Ma devi averne il gusto. Dopodiché ne parleremo. tutto quello che diremo prima rimarrà teorico. Su questo, Belzebù spiega molte cose. Riguardo ai comandamenti di Ashyata Sheymash c'è questo:

L’Amore della coscienza richiama lo stesso in risposta
L’Amore del sentimento richiama l’opposto
L’Amore del corpo dipende solo dal tipo e dalla polarità.
E c'è anche questo sulla speranza:
La Speranza della coscienza è forza
La Speranza del sentimento è schiavitù
La Speranza del corpo è malattia.
E sulla fede:
La Fede della coscienza è libertà
La Fede del sentimento è debolezza
La Fede del corpo è stupidità.
E ora, District Attorney, prova prima a guadagnare un mucchio; e tu, madre, vieni a vedermi. Io conosco un posto dove ci sono cose d'oro. Io ho un amico al banco dei pegni.
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domenica 30 settembre 1973

06-Incontro di Giovedì 30 settembre 1943

Giovedì 30 settembre 1943

Ja: (Comincia a leggere le domande che ha scritto): Sempre di più sento quanto il mio lavoro sia mentale, quanto poco mi rallegra. E ho capito che non posso approcciare il mio lavoro con fuoco vero (elan).

Gurdjieff: Scusami, ma quello che hai appena detto non è logico. Uno distrugge l'altro. Non ho capito cosa vuoi dire. Non leggere, metti via il foglio.

Ja: Mi manca una spinta per il mio lavoro. Non riesco ad approcciare il mio lavoro in maniera soddisfacente a meno che non senta un certo sprone il quale solo venga a me da una chiara realizzazione della mia situazione presente e della mia presente nullità. L'ho capito molto chiaramente. E questo mi ha fatto capire che dovrei avere un rimorso di coscienza per questa nullità. Ma non riesco ad andare oltre questo stato. Cosa posso fare per avere rimorso di coscienza?

Gurdjieff: Questa domanda porta con sé sette aspetti; non uno, ma sette. Uno te lo dirò: ogni uomo, quando viene al mondo, ci viene per certe ragioni. Ci sono cause, che è come dire, forze esterne l'hanno creato. Queste forze forse non erano obbligate a darti la vita. Sei felice di essere vivo? La vita significa qualcosa per te? Bene poi, se tu sei vivo e sei contento di esserlo, dovresti pagare qualcosa in cambio. Per esempio, io vedo qui tua madre. ma per lei, avresti potuto non venire mai al mondo. E' a lei che devi la tua vita. Se sei contento di vivere la devi ripagare. Tu ora sei grande, è ora di saldare il tuo debito. Una delle cause principali per cui sei in vita è tua madre. E' grazie a lei che hai i tuoi piaceri e che hai la possibilità di svilupparti. Una delle ragioni, uno degli aspetti della tua venuta in questo mondo,è, quindi, tua madre. E io ti domando, hai cominciato a pagare il tuo debito con lei?

Ja: No.

Gurdjieff: Ci sono ancora altri sei aspetti. ma io ti parlo di un aspetto. Comincia, quindi, da questo primo aspetto: tua madre. Ripagala.

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Anche se fosse oggettivamente cattiva, lei è tua madre. E come puoi ripagarla? Dovresti uniformare la sua vita. Ma, invece, tu che fai? Rendi la sua vita molto difficile. La fai snervare, la irriti. Inconsciamente, il rimorso di coscienza potrebbe venire da quello. Prendi gli anni appena passati, ricorda: spesso sei stato molto cattivo. Tu sei una merde. Non hai eseguito i tuoi obblighi. Se hai capito questo, il rimorso in te può cominciare. Questo è solo un aspetto. Potrei spiegartene altri sei, ma dimenticateli. Prima di conoscerli, comincia da questo. Per gli scorsi due anni, quante volte sei stato cattivo, molto cattivo, verso di lei? Ricorda questo e prova a riparare il passato con il tuo futuro nel presente. E' una cosa molto difficile. Se dimentichi, non lo fai, è il tuo difetto e raddoppi il tuo difetto (colpa); primo sei da biasimare per il passato, e sei una seconda volta da biasimare per non riparare oggi. Una buona risposta, no? Ognuno qui è contento. Tranne una persona - sai chi è? Tua madre. Madame, è per il bene di suo figlio che dico questo. (Parla in russo con Mme. de Salzmann)

Mme. de Salzmann (A Mme. E.): Potrebbe pensare che se il signor Gurdjieff parla così, è perché è (our kind host) il nostro gentile padrone di casa e perché Lei è qui. Ma non è per quello.

Jac: Ho pensato a quel che mi hai detto l'altro giorno, che devo scegliere "tutto o niente". Ho deciso di prendere il compito e attenermi ad esso qualsiasi cosa succeda. Questo compito era di riservare un certo tempo della giornata per fare un esercizio, l'esercizio delle braccia allargate. E, provando a fare questo esercizio, ho capito per la prima volta cos'è una non-entità. Fino ad ora pensavo di aver capito, ma era solo per motivi esteriori. Ho visto che ero incapace di qualunque cosa perché qualcosa in me si rifiutava di fare lo sforzo.

Gurdjieff: (Prima parla in russo a Mme. de Salzmann) Scusami. Forse hai creduto che ti avevo dimenticato. Ho chiesto a Mme. de Salzmann: "Quando tutti sono partiti per le vacanze, ho dato a ognuno una bottiglia di medicina da prendere durante il lavoro.

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E' possibile che a te non l'abbia data?" Lei mi ha detto che a te non l'ho data. Ora capisco perché mi hai fatto quella domanda. Se tu avessi avuto quella bottiglia non avresti pensato in quel modo riguardo la tua nullità. (Parla a tutti) Lui si è sentito in generale una nullità. Ma oggi non possiede niente; non ha accumulato niente durante le vacanze. Voi al contrario state a poco a poco mietendo i risultati del vostro lavoro. Ora avete una base per misurare come può essere fatto. (A Ab.) Capisci ora la forza della chimica?

Ab: Io ne ho presa circa un terzo.

Gurdjieff: Quelli sono affari tuoi. Avresti solo un terzo della forza. Non è colpa mia; se l'avessi presa tutta avresti tre volte più forza. E' per quello che l'ho detto. Forse non hai dato abbastanza importanza a questa medicina. Forse questo ti darà un rimorso di coscienza in futuro al fine di ottenere un'altra qualità di attenzione. Come a lui (as to him) (Jac) posso dire che mi dispiace di non avergli adato la bottiglia che ho dato a tutti per le vacanze. Mme. de Salzmann dice che non gliene ho data una. capisco la ragione di questa domanda. Se avesse avuto la bottiglia avrebbe fatto qualcos'altro del suo tempo durante le vacanze - non avrebbe posto la domanda. Capisci, Tracol? Mi dispiace che non sia nel gruppo del sabato. Lui non c'è ed è per questo che ha fatto la domanda. Se ha fatto quella domanda da idiota è perché non ha avuto la sua bottiglia di medicina. E' colpa tua, è colpa di Mme. la Presidente e la colpa di tutti i suoi amici. Lui è stato qui molto tempo; è stato vostro amico per molto tempo; e per molto tempo è stato deprivato. E' colpa di Mme de Salzmann, del Presidente, di ogni persona qui. (Offre una sigaretta a Mme. Et.) Madre, tu meriti di avere tutto. Dovresti avere tutto. I tuoi figli dovrebbero darti tutto, e anche gli amici dei tuoi figli. Hai cresciuto i tuoi figli fino a un'età responsabile. dovrebbero darti quello che ti piace. Se ti piacciono le sigarette, dovresti avere le sigarette. Se non hai niente, è colpa dei tuoi due risultati; devono essere annientati.

Jac: Posso finire la domanda?

Gurdjieff: Finisci.

Jac: Ho notato nel fare questo esercizio che per la prima volta e per un momento molto breve, che ho avuto il sentimento di essere libero, libero da quest'inerzia contro cui lotto sempre, e che mi ha dato il gusto esatto di cosa potrebbe essere la libertà. (Gurdjieff interrompe Mme. de Salzmann che traduce, ma Gurdjieff la ferma.)

Gurdjieff: Ho già capito. E' per lo stesso motivo. tu hai capito con la tua testa., ma il tuo organismo non ha la possibilità di essere quello che la tua testa desidera.. Bene quindi, la materia chimica che dicevo di poterti dare i quali risultati si accumulano in te e ti danno il fuoco per rivitalizzare le tue funzioni. E' lo stesso motivo. Di chi è colpa io non so, ma in futuro dovresti prendere ogni misura, - chiedi, elemosina, supplica Mme. de Salzmann di aiutarti. Mme. President ha anche la possibilità di introdurti nel gruppo del sabato. (A Mme. Er.): You oght to see to it that your title has a meaning. All'inizio pensavi che fosse uno scherzo, ma ha preso una brutta piega. Tracol, come sta il tuo allievo (Gerb.)? Dovresti aiutare il tuo allievo, illuminandolo perché possa capire. Ha un aspetto molto simpatico. Lo conosco esteriormente ma non interiormente. Per cui, si deve manifestare con la sua lingua. Dovresti aiutarlo affinché io possa capire la sua interiorità. Nello stesso modo in cui il Procuratore Distrettuale è governatore per lei (Mlle. Dol). Hai notato che quando conosco bene qualcuno sono capace di dare buoni consigli? Ora non posso. Devo sapere di che cosa è imbottito. Come per lui (Mlle. Dol), io so di che spezie è ripiena. (Scherza con Mlle. Dol e Sunn sul risparmiare sigarette, invita alcune persone per domenica, regala caramelle e le congeda).


martedì 18 settembre 1973

05-Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Lettura: Introduzione alla ottava serie. Alcuni libri di Gurdjieff. Dopo cena, il Sig. Gurdjieff  chiede a quelli che sono tornati dalle vacanze di fargli un resoconto del loro lavoro.

Mme Franc: Durante le vacanze ho fatto i due esercizi che mi hai dato, l'esercizio sulla divisione in due e sulle sensazioni di caldo, freddo, e lacrime (n.d.t. la parola tears tradotta "lacrime" potrebbe anche essere "strappo"). Non posso dire di aver avuto molti risultati da questi esercizi, ma ho avuto risultati nel comprendere. La divisione in due, non posso dire di essere riuscita a farla, ma il lavoro mi ha dato un centro di gravità nella mia testa. Questo ha cambiato molte cose per me e mi ha permesso di deidentificarmi un po' dal mio corpo e posso vedere più chiaramente nel mio lavoro. So meglio cosa sto facendo e cosa devo fare. Questo ha cambiato i valori.

Gurdjieff: Avevo già capito che avevi una personalità. Ora senti in te qualcosa, una separazione. Il corpo è una cosa e tu sei un'altra cosa.

Mme Franc: È quello che sento, ed è una cosa che giudica.

Gurdjieff Devi congratularti con te stessa. Sono contento con tutto il mio essere. È la prima cosa. Senza questo non puoi mai continuare. Senza questo per 10 anni, 100 anni, il tuo lavoro sarebbe soltanto titillazione.

Mme Franc: Mi sembra che ora qualcosa sia stato oltrepassato.

Gurdjieff: Ora devi renderlo fisso. Si deve nutrire il bambino che potrebbe crescere. Dargli buon latte, delle uova, ogni cosa necessaria a un bambino. Quando sarà un ragazzo, sarà capace di parlare e io sarò capace di capirlo. Per me il tuo cliente è lungo abbastanza.

Mme Franc: Volevo anche dirti che l'esercizio delle sensazioni mi ha mostrato che vivevo nell'immaginazione, Poiché noto che è soltanto quando esperisco qualcosa organicamente che è reale; ma non sono capace di concentrarmi abbastanza sulla figura dell'immagine.

Gurdjieff: In generale questa è la tua debolezza. Non è necessario parlarne. È ancora una cosa soggettiva. Ora se ti spiego qualcosa, puoi capire. Prima non avresti potuto capire niente. La prima volta ti sei sentita offesa. E se dico la stessa cosa ora tu puoi comprendere.

Mechin: Ho provato a continuare l'esercizio della divisione in due e, vedendo che non ci riuscivo, ho pensato che era perché l' "io" in me non era abbastanza forte. Tutta la mia attenzione era spostata a "io sono" e, in effetti, questo ha sviluppato a poco a poco una sensazione molto più forte, che non avevo mai avuto, di "io". Ho accertato in effetti che questo ha cambiato tutti i valori in me, che quello che avevo capito teoricamente fino ad ora, ora lo capisco in un modo diverso e questo mi ha fatto capire anche molti problemi, che fissati in me specialmente la necessità per me, ha smesso da questo momento di recitare una parte. Ma, come durante le vacanze, ero abbastanza solo nella parte che dovevo recitare, dovevo recitarla con i miei genitori e sopratutto con mia madre, che era il momento dove arrivava la difficoltà.
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Ho accertato che ero completamente incapace di recitare una parte, che era impossibile.

Gurdjieff: Tu hai capito che cos'è recitare una parte; hai capito che valore ha per te, hai assaggiato? Bravò!

Mechin: Poi, mi sono sforzato ulteriormente con l'esercizio di divisione. Ho provato a capirlo e un giorno, passando davanti a uno specchio, sono rimasto molto sorpreso che vedevo me stesso come un estraneo. Ho pensato che avrei dovuto usare questa prova per fare questo esercizio; dopo, facendo l'esercizio, ho visto me stesso come mi sono visto allo specchio; ne ho avuto solo una fredda figura, senza vita. Ho visto un corpo senza vita e ho provato a stabilire relazioni con il mio vero corpo. Nel provare a farlo mi è  sembrato che questo mi desse, in più, un gusto di cosa potrebbe essere la divisione. Ho sentito che si deve fare questo.

Gurdjieff: È abbastanza, sei nato. La tua individualità è nata. Prima eri come un animale senza "io". Ora hai un “io" e le proprietà di un uomo. Te le ha date questo esercizio. Prima non avevi individualità, eri il risultato del tuo corpo, come un cane, un gatto o un cammello. Ora se hai delle corna, puoi vederle e stupirtene. Prima non potevi vedere niente. Ora hai un'individualità che non avevi. (Rivolgendosi agli altri) Lui ha acquisito un'individualità. Prima non l'aveva. Era un pezzo di carne. Avrebbe potuto lavorare mille anni, non avrebbe mai avuto alcun risultato. Sei un camerata di Mme Franc. Entrambi potete diventare iniziati alla prima iniziazione. È una cosa piccola ma è una cosa grande, una garanzia del futuro. Mi congratulo anche con voi. Per la prima volta in tre anni sono felice internamente. Sono felice dei miei sforzi. Poiché questo non è per caso,  che ce ne sono altri due. Tu non sei più fidanzato, non più Mechin, tu sei mio fratello più giovane (a Mme Franc) tu sei mia sorella. Dopo parleremo separatamente.

Gurdjieff a Yvette: Non sei felice?

Yvette: Sì, e posso dire che quel che Mme Franc ha detto mi sembra che ero io che lo dicevo perché per qualche tempo c'è qualcosa di completamente nuovo in me e c'è anche il timore di vederlo sparire. Poiché, in generale, tranne che in momenti molto rari, c'era in me qualcosa che prima non c'era ed essenzialmente qualcosa nella mia testa, qualcosa che sentivo nella mia testa, sulla quale mi appoggio e che mi separava dal resto, distinta dal mio corpo, da tutto quel che sono, dal mio sentimento.

Gurdjieff: Puoi forse dire che tu sei una cosa e il tuo corpo un'altra cosa. Prima non potevi dirlo sinceramente.

Yvette: È una cosa che si può mantenere?

Gurdjieff: Abbiamo trentatré qualità di liquido che posso darti. Non è necessario capire; mi hai chiesto se è possibile e io ho detto sì. Ho detto anche che ci sono trentatré qualità di fluido.
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Tracol: Mi hai fatto accuratamente sentire, per un momento, la mia attitudine di oggi di fronte al lavoro. È stato quando hai ricordato durante la cena l'aneddoto del Curdo. L'esercizio che mi hai dato diciotto giorni fa e che consiste in un continuo richiamo: a ogni inalazione e a ogni espirazione io devo pensare "io sono” e devo depositare l'elemento attivo dell'aria nelle mie gambe mentre sono reclinato o seduto, e nel plesso solare quando sono in piedi. Ho provato a fare questo esercizio, provo a farlo sempre e, più lo faccio, più mi diventa quasi impossibile farlo, tranne nei momenti in cui posso riunire le condizioni più favorevoli. Ma meno le riunisco, più desidero riunirle e non potrei veramente abbandonare questo esercizio prima di avere, alla fine, un gusto un po' migliore di quello che ho fatto. Nei migliori momenti di questo esercizio, non nei momenti più favorevoli ma nei momenti in cui lavoro con maggiore intensità, che sarebbero nella vita, quando riesco a eseguire l'esercizio continuando le mie occupazioni ordinarie, provo un gusto che è interamente ingannevole; ho l'impressione di vivere in un doppio sogno. Da un lato faccio la mia vita esteriore come in un sogno e provo a recitare una parte in esso; e dall'altra parte, faccio il mio lavoro come in un sogno, e ho l'impressione di una parte che sto per recitare interiormente. In compenso, quando faccio questo esercizio solo in condizioni favorevoli, succede che bruscamente ho una sensazione di "io" che è più forte ancora che nell'esercizio di divisione; e mi piacerebbe conservare, nella mia vita ordinaria, il gusto che ho avuto in quel momento.

Gurdjieff: Continua questo. Devi esercitarti a poco a poco. Fare di questo sentimento la tua proprietà. Si deve avere prima il sentimento. Che è come dire, non avere le tue associazioni. Il sentimento viene in te, è tua proprietà ma in uno stato speciale. Cioè, non può venire nella vita. In uno stato speciale quando ti rilassi un po', puoi ricordare questo sentimento e devi afferrarlo.

Tracol: E, allo stesso tempo sento che il vero lavoro è nella vita ordinaria.

Mme de S: Ma si deve fare prima questo, in uno stato speciale, e a poco a poco arriverai ad esso nella vita ordinaria.

Tracol: Il sentimento più forte di divisione è quando la faccio in condizioni confortevoli.

Mme de S: Per questo è necessario accrescerlo in te in questi momenti. Dopo, a poco a poco, sarai capace di far durare questo stato.

Kahn: Parecchi mesi fa ho posto questa domanda: "Quando ho un impulso di vero amore verso qualcuno, mi sembra che, non solo questo stabilisce una relazione tra me e quella persona ma che questo da prova di una forza superiore in me.” Al tempo mi hai risposto che non dovevo pensare a tali cose al momento, che questa era psicopatia, che dovevo fare il mio lavoro come un servizio. Ti ho ascoltato e cominciai a essere capace di distaccarmi dal mio corpo, ora specialmente che ho visto la profondità della mia passività e che ho capito che devo concentrare tutte la mia forza, tirar fuori tutti i miei sforzi per oppormi a qualcosa in me che è la mia abituale nullità, ora ho l'impulso di diventare indipendente. Per esempio, ho come un impulso a riuscire a recitare la mia vera parte rispetto a mio figlio o a mio padre; ho come se ci fosse un impulso nel l'avere successo nel diventare un uomo nei confronti del gruppo, ma mi sembra che ognuno di questi impulsi non sia abbastanza potente perché il distacco sia completo. In uno dei miei migliori momenti di lavoro, ho visto recentemente tutto il mio corpo, tutte le mie emozioni, tutti i miei sentimenti e i miei desideri abituali come quello che ho dovuto riuscire ad uccidere in me per nascere, e ho capito che sarei riuscito nell'essere quel che volevo essere se fossi riuscito a fare quel che io muoio. Quindi, ora ti chiedo, mi chiedo e chiedo anche a te, se non potrei essere aiutato nei miei sforzi da una relazione se non potrei essere aiutato nei miei sforzi  by a relationship of what there is of an "I" in me with a superior form - se questo non è l'impulso che manca in me?
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Gurdjieff: No; continua. Perché usi la parola "vero"? Non puoi ancora avere un "vero amore". Un aspetto del "vero amore" deve essere l'odiare giustamente, odiare oggettivamente, non l'oggetto ma le sue manifestazioni. Tu non puoi ancora usare la parola "vero". Nel frattempo continua ad ammassare materiale. Ma smetti di usare la parola "vero". Non si dovrebbe dare questo valore alle cose. Non puoi ancora amare, non puoi fare niente. Non hai ancora il sentimento e io ho bisogno che tu ce l'abbia. Quando sarai capace di avere un impulso, sarò capace di darti soddisfazioni. Come usarlo, come dirigerlo, come realizzarlo. Vedo che la forma di lavoro che ti ho dato ti ha aiutato; e se questo ti ha aiutato, non è necessario cambiare.

Kahn: Questo lavoro mi ha dato quello che nessun'altra cosa ha fatto.

Gurdjieff: Il resto non conta niente. Anche se potesse esserci in noi, non ce n'è abbastanza in te per un "vero impulso".

Gurdjieff: (a Simone) Hai capito? Anche per te qualcosa è aperto?

Simone: Infatti, mentre ascoltavo Mechin, Gabrielle e Yvette parlare, ero con loro.

Gurdjieff: Tu hai sentito con la tua testa, con la tua intelligenza. Per esempio, rispetto a Mechin, tu hai capito prima di lui; lui capisce meno di te, ma comprende col suo intero essere. Capisce con la sua individualità, tu col tuo corpo. Per me, questo ha più valore del tuo.

Simone: Ora sento qualcosa nella mia testa che rimane quasi sempre; non è molto forte ma è molto costante, qualcosa che mi fa vedere esseri e cose in un modo diverso.

Gurdjieff: È normale. A poco a poco deve essere diverso. Stai cominciando ad avere una vera vista. Tu avevi, fino ad ora, un punto di vista di fantasia.


domenica 22 luglio 1973

04-Incontro di giovedì 22 luglio 1943

Incontro di giovedì 22 luglio 1943

Simone: Prima di conoscere il lavoro, ero molto più inquieto, perché sentivo brutte cose delle quali pensavo che non avrei mai potuto sbarazzarmi. Questo mi manteneva inquieto, non costantemente forse, ma molto di frequente. Ho percepito che con il lavoro, é passato, e mi sono sentito più calmo interiormente. Mi piacerebbe ritrovare il stato di inquietudine perché mi manca. Cosa posso pensare o fare per ritrovarlo?

Gurdjieff: Prima credevi che potevi riuscirci con quello. Con questi risultati non puoi fare mai niente. Riuscirai soltanto se fai uno sforzo più forte dell'ordinario. Ma tu forse non ne hai neanche il gusto. Tu sei stato qui per molto; sei limitato per capire cos'è lo sforzo. Auto-sforzo. Sto per dirti una segreto: l'auto-sforzo non è possibile tutto in una volta sola; è necessaria una preparazione. È necessaria la lotta. Finché uno riesce, uno dimentica, uno ricorda, uno dimentica, uno ricorda. Ma quando sei accomodato, calmo, puoi pensare e cominciare a fare; fino ad ora non hai fatto ancora alcuno sforzo.

Simone: Per questo ho fatto la domanda. Sono lì e mi sento troppo tranquillo.

Gurdjieff: Tu immagini, credi che andrai direttamente in Paradiso. No, ci devono essere sforzi sopra l'ordinario. Per esempio, per questa persona (indica un nuovo arrivato) è abbastanza buono per lei, ma tu, non andrai lontano con questo. Devi cominciare a fare un super sforzo, e ora, se non lo fai, è perché non hai uno scopo. Come puoi stare calmo? Con lo sforzo che stai facendo oggi, non riuscirai mai. Una persona normale non potrebbe rimanere calma.

Simone: È proprio per questo motivo che questo mi rende inquieto.

Gurdjieff: È necessario fare sforzi qui. Sei abituato a rendere come prima nella vita. Prima, andava bene, ora non è abbastanza. Lo sforzo deve tendere tutti i tuoi muscoli, tutti i tuoi nervi, anche tutti i tuoi cervelli. Una simile concentrazione deve essere tua. Dovresti averlo fatto da molto tempo. All'inizio, per una persona nuova, è perdonabile. Per te, tu hai il gusto del lavoro vero. Devi realizzarlo nella tua vita ordinaria. Io sono - sempre: io sono. Non dimenticare mai. A poco a poco il tuo "io" farà un contatto con la tua essenza. È necessario ripeterlo molte volte.

Dr. Arboulker: Sono arrivato a preferire emozioni violente piuttosto che l'abituale e passiva inerzia.

Gurdjieff: Questo non esiste per il tuo vero "me", attivo o passivo. Dipenda dal tuo stato. Le cose esteriori sono indifferenti. Ricorda qualche volta, tu pensi che sia negativo, e forse è il contrario. Per avere una verità materiale, non pensare al tuo stato. Non filosofare; osserva soltanto; punta al tuo vero "me".

Luc: Ho fatto quasi la stessa osservazione del dottore. Ma questo invita le emozioni negative a ritornare più fortemente. Questa settimana è stata la migliore, poiché ho avuto alcune emozioni negative. È pericoloso, è reale, è possibile la devastazione, ma ho avuto il gusto di quel che può essere una vita.--------------------------- 5

Gurdjieff: Continua. Ma con la comprensione che stai accumulando una cosa sostanziale non solo per il presente, ma per il futuro. Questo è molto importante. È già tempo di pensare al ricordo e allo stesso tempo di raffigurare a te stesso in forme, non parole, quello che ti sta accadendo.

Luc: Sono stato esaurito persino organicamente dalle mie emozioni negative. Oggi, non mi sono mai sentito così bene, così animato.

Gurdjieff: Non hai mai avuto, precedentemente, alcun argento liquido. Devi sentire che tu oggi hai dell'argento liquido.

Luc: Si sente che il corpo è sotto pressione, che è il teatro di una tale lotta che sta per andare in pezzi.

Gurdjieff: Ho detto: l'uomo non è un maiale, non può scoppiare quando mangia. Il maiale ha uno stomaco normale; non può mangiare di più di quello che gli permette il suo stomaco; scoppierebbe; l'uomo è un furfante; ha uno stomaco di gomma d'India. È peggio del maiale; ingoia, ingoia senza scoppiare mai. Non solo lo stomaco, tutti gli organi sono di gomma. Ma a poco a poco ha degenerato. Persino la gomma, se non la si usa, si restringe. È soltanto se lo si gonfia un migliaio di volte più grande che è come deve essere. (It is only if one restores it a thousand times bigger that he is like he must be). "Scoppiare", è una parola fantastica. Solo i maiali possono scoppiare, l'uomo non può. Il maiale ha uno stomaco normale, può scoppiare: Lo stomaco dell'uomo è di gomma, e tutti i suoi organi. Continua senza paura, se è dieci volte più forte, tanto meglio; andrai dieci volte più veloce qui nel mio gruppo. Non avere paura, non scoppierai. È immaginazione. Come si può scoppiare se si mangia bene? Sei abituato a ingoiare come una maiale. Non hai mai mangiato bene. Solo ora cominci a imparare cos'è il vero mangiare. Non essere spaventato.  Continua e continua. Lascia questa sensazione che crea questo si espanda ogni volta; sei esattamente come un bambino che ha il singhiozzo quando ha mangiato un grande pasto. La natura allarga il suo stomaco. Un bambino può avere il singhiozzo un migliaio di volte. Sei alla prima volta. Non ti spaventare; li avrai 999 volte in più.

Madame Franc: Capisco bene la lotta contro le emozioni negative ma quello che mi disturba è un leggero aspetto del mio carattere che scherza, anche sulla mia miseria stessa. Questo mi impedisce il rimorso e la pietà. Come posso sbarazzarmene?

Gurdjieff: Questo prova che non sai cosa stai cercando. Ti interessi di queste questioni senza partecipazione del tuo istinto. Lo hai detto molto bene. Io capisco perché non vai avanti. Io conosco il segreto del perché rimani lì ferma, uno, due, uno, due; fino ad ora il tuo istinto era isolato. Non ha mai preso parte al tuo lavoro. ti darò una serie di esercizi. Ma hai capito cosa ho spiegato. Tu hai sentito che il tuo interiore non è mai interessato a queste cose per cui stiamo lavorando. Qualcosa in te rimane da parte; esso guarda. Un'altra parte di te fa qualcos'altro; lavori senza istinto. Ogni cosa lavora; la testa, il sentimento, tranne quella che deve. Non ha mai fatto nulla per cambiare.

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Hignett: Ho provato ad usare le emozioni negative. Le ho sopraffatte molto bene, ma ho avuto la sensazione di annientarle invece di convertirle. Non riesco a usarle come una forza. Le sopprimo. 

Gurdjieff: Non devi sopprimerle. Quel che succede in te è un altro impulso che per un breve tempo prende il posto dell'impulso negativo. Così da parte, per un momento. Ma non è distrutto. Si deve fare tante volte "Chick", "Chick", per distruggerle. Non puoi accertarti che è assente; ma se tu cambi stato vedrai che funziona più debolmente. Perciò, hai un programma di lavoro. Se hai capito, continua a estirpare, a cacciare via gli impulsi. Ma non stare tranquilla. Fallo serenamente. Questo è un altro impulso che rimpiazza, troppo flebile da percepire per te; e immagina di non avere più emozioni negative. Solo le vibrazioni forti raggiungono la tua coscienza.

Mechin: Negli esercizi, sono molto disturbato dalle associazioni. Contro di loro non posso fare niente. Che dovrei fare?

Gurdjieff: Le associazioni sono una parte della nostra presenza. Se la nostra presenza avesse uno scopo, vorrebbe che accadesse qualcosa. Questo prova che la nostra presenza non ha uno scopo. Tu hai uno scopo solo con un centro - (che vuole arrivare in Paradiso con gli stivali sporchi). Si deve avere uno scopo con tutta la propria presenza e lavorare per questo obiettivo. Non con una parte, un solo centro. Io ho associazioni; ma esse non raggiungono la mia coscienza. La circolazione del sangue fa anch'essa tutto da sola. È una funzione automatica. Non mi disturba. Va giorno e notte. Ci sono anche le associazioni; come il mio cuore sta lavorando; e ci sono altre funzioni; per esempio, io vedo, presto attenzione; quel che ho mangiato viaggia. Posso pensare a questo tutta la sera, ogni centimetro dà sensazioni differenti. Automaticamente tu sei occupato con questo. Devi avere uno scopo, e lasciare da parte le funzioni organiche. Non ascoltarle con, la coscienza, col pensiero. Si deve imparare a pensare imparzialmente. Solo questa somma di sforzo ti porterà al pensiero normale. L'esercizio che deve fare, Madame de S. può formulare.

Gurdjieff a Ansi: Hai capito?

Ansi: No.

Gurdjieff a Luc: Hai capito?

Luc: Sì.

Gurdjieff: Spiegalo a lui; questo sarà il tuo compito.

Ansi: Ho notato che prima, le mie emozioni negative, my negative emotions came most of all in my relations with
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people. Ero violento e indesiderabile quando dicevo cose alle persone. Per un po' di tempo ho provato a lottare contro questo. Ma sono caduto nell'indifferenza e non so come cambiare il mio stato. 

Gurdjieff: Non è necessario cambiare; è molto buono. In te sta crescendo un ri-apprezzamento dei valori. Prima, ti interessavi di cose a buon mercato. E per te non aveva valore quel che non era interessante. Ora quel che per te ha valore è quello che prima non ti interessava. Questo è il motivo.

Ansi: Ma io voglio cambiare.

Gurdjieff: Perché? Il tuo stato è già cambiato. Prima non vedevi che eri interessato da cosa senza valore. Più di così ora. il tuo stato è cambiato.

Ansi: Ma se qualcosa mi ferisce, anzichè essere arrabbiato o offeso, sono indifferente.

Gurdjieff: Normale; è poco ma è normale. Prima avevi il tuo amor proprio. Non vale niente, è una cosa ordinaria;ora lo hai capito. Vedi che è idiaota, una nullità, un escremento; prima non lo sapevi. Oggi lo vedi; non sei arrabbiato. Vedi le manifestazioni dell'escremento. Se è così, sono molto contento. Senza volerlo, senza saperlo, sei già avanzato oggettivamente, avanzato meccanicamente. Presto sarai il nostro stimabile camerata.

Lanctin: È possibile nelle condizioni attuali evitare uno sviluppo troppo disarmonico del corpo rispetto lo sviluppo generale?

Gurdjieff: Per lo sviluppo fisico non esistono le stagioni. Non stagioni politiche. È sempre necessario. Devi educare il tuo corpo con la tua testa, coscientemente. È molto semplice. Non permettergli mai di fare quello che vuole. Fagli fare tutto il contrario di quello che ama. Gli piace lo zucchero; non dargliene. Si deve ferirlo per lottare, hai sempre ragione quando resisti al tuo corpo. Ogni cosa al contrario; è così che Dio ha creato il tuo corpo e il tuo intelletto. È una cosa molto semplice. Per questo non è necessario leggere. Il programma è molto semplice. Sotto tutte le condizioni, in tutte le situazioni politiche, l'uomo deve educare il suo corpo a sottomettersi a lui. La tua personalità può educare il tuo corpo. Colui nel quale il corpo è forte e prende l'iniziativa su di lui, è nulla. Chi ha il corpo reso schiavo, è intelligente. Capisci il significato di intelligente? Intelligente significa colui che comanda il suo corpo. Se il corpo comanda, sei una nullità, un villano - se tu comandi il tuo corpo sei intelligente. Perciò scegli cosa vuoi. Intelligente o villano? Se vuoi essere un villano lascia che il tuo corpo ti comandi. Se vuoi essere intelligente, lascia che la tuo coscienza comandi il tuo corpo. Più vuoi comandare il tuo corpo, più esso ti si oppone. E nel resisterti più forza ti dà.

domenica 1 luglio 1973

03-Incontro di Giovedì 1° luglio 1943

Giovedì, 1° luglio 1943

S: Mi inganno spesso nella mia opinione su altri. Questo è brutto per me. Dò credito alle persone per qualità che non possiedono; lo vedo solo più tardi quando le conosco meglio. Non so come riconoscere l'ipocrisia e la vedo sempre troppo tardi. Mi piacerebbe avere un mezzo per giudicare le persone e riconoscere chi può essermi utile e chi inutile.

Gurdjieff: Tu non puoi, devi prima preparare te stesso a vedere la realtà. Nel frattempo, recita esteriormente una parte. Interiormente, riconosci la tua non-entità (non entityness). Tu non sai niente. Se hai l'abitudine di fare le cose in un certo modo, falle in questo modo. Dì “Buongiorno" come dici sempre buongiorno. Ma allo stesso tempo lavora per rimanere nel lavoro che stiamo facendo qui e poi sarai capace di riconoscere le persone. Per ora, ognuno è come te: niente, zero. Non importa se è un operaio, o un senatore, egli è una merde come te. Lavora per non essere una non-entità; lavora, così che sia tra un giorno, un mese o un anno tu non sartai una non-entità.  Fai tutto esattamente come sei abituato a farlo. Ma devi recitare una parte, senza partecipazione, senza identificarti interiormente: e ricorda che il tuo valore è - zero. Lavora, lavora e ancora lavora, al fine di cambiare quella nullità in qualcosa di definito.
L'educazione fa una maschera. Quando guardi la gente, tu credi a questa maschera. Dopo un po' la maschera cade e tu vedi che sono la stessa merde che sei tu. Non importa chi tu stia guardando, egli rappresenta una maschera. Se lo osservi a lungo, con imparzialità e attenzione, vedi che non è sempre capace di tenersi la maschera; nello stesso istante, la merde verrà mostrata attraverso, è la stessa che è in te. Egli è niente, come tu sei niente, fosse anche un colonnello, senatore o milionario. E' solo le combinazioni di vita che ci sono qui (?). Ma egli stesso rappresenta soltanto una nullità.
Non è nulla soltanto chi ha compreso la propria nullità e ha lavorato su di sè per cambiarlo. Quell'uomo è un'altra qualità di merde: con "rose". E' ancora merde ma non ha lo stesso odore.

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Lavoro, metti ogni cosa a confronto con esso, e stai certo che tutti quelli che non lavorano sono nullità come te. Tu non sei nulla, ma anche lui non è nulla. Egli è un generale, un colonnello, queste sono cose esteriori: non valgono (costano) nulla.
Nella vita, ogni cosa è accidentale - occupazione, posizione, tutti gli obblighi; che uno sia il sindaco o il poliziotto all'angolo. E' la vita che crea queste anormalità. Interiormente, ogni cosa è sempre la stessa cosa. Le cose esteriori non cambiano le cose interiori. Solo il lavoro cosciente è capace di cambiare l'interiorità - lavoro cosciente e sofferenza volontaria.

Sim: Ho notato per un lungo periodo che molto spesso, e riguardo faccende molto diverse tra loro, una voce interiore mi ha detto quel che dovevo fare. Io la percepivo, ho sentito quel che diceva, ma senza eseguire quello che mi diceva. Ho agito diversamente e poi ho visto che la voce ha sempre ragione. Mi piacerebbe sapere se non devo prestarle attenzione o al contrario darle più retta.

Gurdjieff: Non fare nulla di tutto questo. Compra un quadernetto, fai una registrazione. Scrivi ma non fare niente. Quella voce è il tuo istinto; qualche volta l'istinto può apparire attraverso la coscienza, ma è raro. Forse essa proverà che tu hai un vero istinto. Guarda se le registrazioni lo dimostreranno. Ora forse troveremo un esercizio. Ma non fare niente prima.

Sim: Ma per scriverlo, devo farlo al momento (rendermi conto).

Gurdjieff: Fai una nota, parlerò dopo. Forse è suggestionabilità, fantasia, idiozia. In base al risultato io dirò matematicamente che cos'è. Qualche volta l'istinto è una cosa molto indipendente. Ma come sia per te, non lo so. Parlerò dopo. Prima di quello, continua come stai facendo, prima di quando non noti niente (Before that, continue as you are doing, before you noticed anithing.).

Sim: Sarebbe meglio dopo se io ho eseguito quello che essa mi dice.

Gurdjieff: Vedremo. Tu la pensi così, ma forse è il contrario. Forse è psicopatica. Io non voglio credere a niente tranne che a i fatti dati dalle registrazioni. (Statistica). Tu parli soggettivamente. L'oggettivo non lo conosco.

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Lu: Io provo a mantenere il sentimento di non-entità e sofferenza volontaria quanto più spesso possibile. Ma noto che dà un paralisi lunga tanto quanto l'azione implicata. Mostra la futilità di tutte le azioni e occupazioni. Se, prima, dovevo fare uno sforzo per fare una data cosa, oggi mi devo anche portare il collare di ferro di questa non-entità. Lo sforzo è raddoppiato. Cosa dovrei fare perché questo sentimento di nullità non mi paralizzi, non interferisca con la vita esteriore?

Gurdjieff: Fai quello che ti ho già detto. Uno deve lavorare solo la terza parte del proprio stato di veglia. Stabilisci un tempo speciale per il lavoro. Non mischiare le cose: stabilisci un tempo: domani tra le dieci e le undici, vita ordinaria. Le altre idee, il lavoro, mandale al diavolo.

Lu: Non si è mai liberi di mandare via il sentimento della propria nullità?

Gurdjieff: Metti da parte il tuo nuovo stato. E fai quello che ti ho detto prima, quando non avevi cominciato il lavoro. Non si devono mai mischiare le faccende. Per adesso non usare ancora i risultati del lavoro interiore per il lavoro esteriore. Non ancora. Tu sei a scuola, come un bambino. Non è per la vita, non per guadagnare soldi. Tu vorresti sapere un grande segreto che non useresti. Quello è una cosa, la vita un'altra cosa. Mercoledì, venerdì, domenica, fai quel che ti piace, manda al diavolo tutti gli altri pensieri; se li mischi, uno ostacolerà l'altro.

Lu: Il sentimento di nullità, non chiamato, che viene da sé, è davvero automatico e quindi distruttivo?

Gurdjieff: Nel tempo accantonato per il lavoro, fai un commento più vivace. Il resto del tempo, al diavolo. E' psicopatia.

Gurdjieff a An: Non ho mai sentito il suono della tua voce. Io conosco la tua voce nella vita, ma non nel nostro circolo. Puoi dirmi qualcosa?

An: Non ho lavorato ancora abbastanza per fare una domanda.

Gurdjieff: Come lo sai?

An: Perché non oso.

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Gurdjieff: Prima avevi una domanda.

An: Non oggi.

Gurdjieff: Bene, prima, ieri.

(Mme. de Slzman dice a Gurdjieff la domanda che aveva posto An)

Gurdjieff: Chi lavora diventa un attore, un vero attore nella vita. Essere un attore è recitare una parte. La vita è il teatro dove ogni uomo recita una parte. Ogni giorno essi la cambiano. Oggi una parte, domani un'altra parte. Solo che lui è un buon attore che è capace di ricordare sé stesso e recitare consciamente la sua parte, non importa quale possa essere.

An: Ma come si può conoscere la parte che si deve recitare?

Gurdjieff: Tu parli con Boussik - tu sai chi è lei, come uno dovrebbe essere con lei, cosa le piace. Bene, poi fallo. Interiormente lei è nulla per me, è una merde per me. Le piace la gente che le fa il baciamano; io glielo faccio perché le piace. Sono gentile con lei. Interiormente voglio insultarla, ma non lo faccio. Recito la mia parte. Così poi lei diventa (la) mia (schiava). Interiormente io non reagisco.

An: Non ho successo nell'essere buona con gli altri.

Gurdjieff: Forse non sei ancora libera.

An: Vorrei approfittare trarre profitto da ogni cosa, egoisticamente per me stessa.

Gurdjieff: Devi lavorare. Ammazza il cane in te. Tu reciti la tua parte solo teoricamente, ma ti dimentichi in fretta e torni alla tua nullità. Il tuo compito sarà di ricordare più a lungo.

Dr. Ab: Che c'è di buono nell'avere schiavi?

Gurdjieff: Per la vita; se tu non hai nessuno schiavo, sei schiavo di qualcuno.

Dr. Ab: Non si può semplicemente essere uguali?

Gurdjieff: Mai. Come è possibile? Tu hai quattro occhi e io due. Questa è già una differenza. Tuo padre amava tua mamma se si sdraiava a sinistra; mio padre amava mia mamma se si sdraiava a destra. Il risultato: io sono uno, tu un altro. Per me una legge, per te un'altra.

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Il benessere dell'uomo è che ognuno sia suo schiavo. Tu dici che il lavoro ti ha cambiato. Grazie al lavoro non sei più una merde; grazie al lavoro conscio e alla sofferenza volontaria. Obiettivamente te lo meriti.

Dr. Be: Per ora i nostri cani ci obbligano a usare gli altri per i nostri fini.

Gurdjieff: Lì hai buon terreno per essere-lavoro. Oggi sei un uomo ordinario; nel tuo lavoro prova ad essere un uomo superiore. Dopodiché, forse, sarai un uomo completo, un vero uomo. Per adesso, quando senti i tuoi cani, lotta contro di loro; questo conflitto ti è necessario, per diventare un vero uomo; è buon terreno per il lavoro. E ci sono ancora molti cani in te che sono invisibili.

Dr. Be: Ma uno dovrebbe arrendersi a usare i propri poteri sugli altri?

Gurdjieff: Oggi lo fai inconsciamente; prova a farlo consciamente. Allora sarà buono, sia per gli altri che per te. Non c'è altra giustizia.