martedì 18 settembre 1973

05-Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Incontro di Sabato 18 settembre 1943

Lettura: Introduzione alla ottava serie. Alcuni libri di Gurdjieff. Dopo cena, il Sig. Gurdjieff  chiede a quelli che sono tornati dalle vacanze di fargli un resoconto del loro lavoro.

Mme Franc: Durante le vacanze ho fatto i due esercizi che mi hai dato, l'esercizio sulla divisione in due e sulle sensazioni di caldo, freddo, e lacrime (n.d.t. la parola tears tradotta "lacrime" potrebbe anche essere "strappo"). Non posso dire di aver avuto molti risultati da questi esercizi, ma ho avuto risultati nel comprendere. La divisione in due, non posso dire di essere riuscita a farla, ma il lavoro mi ha dato un centro di gravità nella mia testa. Questo ha cambiato molte cose per me e mi ha permesso di deidentificarmi un po' dal mio corpo e posso vedere più chiaramente nel mio lavoro. So meglio cosa sto facendo e cosa devo fare. Questo ha cambiato i valori.

Gurdjieff: Avevo già capito che avevi una personalità. Ora senti in te qualcosa, una separazione. Il corpo è una cosa e tu sei un'altra cosa.

Mme Franc: È quello che sento, ed è una cosa che giudica.

Gurdjieff Devi congratularti con te stessa. Sono contento con tutto il mio essere. È la prima cosa. Senza questo non puoi mai continuare. Senza questo per 10 anni, 100 anni, il tuo lavoro sarebbe soltanto titillazione.

Mme Franc: Mi sembra che ora qualcosa sia stato oltrepassato.

Gurdjieff: Ora devi renderlo fisso. Si deve nutrire il bambino che potrebbe crescere. Dargli buon latte, delle uova, ogni cosa necessaria a un bambino. Quando sarà un ragazzo, sarà capace di parlare e io sarò capace di capirlo. Per me il tuo cliente è lungo abbastanza.

Mme Franc: Volevo anche dirti che l'esercizio delle sensazioni mi ha mostrato che vivevo nell'immaginazione, Poiché noto che è soltanto quando esperisco qualcosa organicamente che è reale; ma non sono capace di concentrarmi abbastanza sulla figura dell'immagine.

Gurdjieff: In generale questa è la tua debolezza. Non è necessario parlarne. È ancora una cosa soggettiva. Ora se ti spiego qualcosa, puoi capire. Prima non avresti potuto capire niente. La prima volta ti sei sentita offesa. E se dico la stessa cosa ora tu puoi comprendere.

Mechin: Ho provato a continuare l'esercizio della divisione in due e, vedendo che non ci riuscivo, ho pensato che era perché l' "io" in me non era abbastanza forte. Tutta la mia attenzione era spostata a "io sono" e, in effetti, questo ha sviluppato a poco a poco una sensazione molto più forte, che non avevo mai avuto, di "io". Ho accertato in effetti che questo ha cambiato tutti i valori in me, che quello che avevo capito teoricamente fino ad ora, ora lo capisco in un modo diverso e questo mi ha fatto capire anche molti problemi, che fissati in me specialmente la necessità per me, ha smesso da questo momento di recitare una parte. Ma, come durante le vacanze, ero abbastanza solo nella parte che dovevo recitare, dovevo recitarla con i miei genitori e sopratutto con mia madre, che era il momento dove arrivava la difficoltà.
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Ho accertato che ero completamente incapace di recitare una parte, che era impossibile.

Gurdjieff: Tu hai capito che cos'è recitare una parte; hai capito che valore ha per te, hai assaggiato? Bravò!

Mechin: Poi, mi sono sforzato ulteriormente con l'esercizio di divisione. Ho provato a capirlo e un giorno, passando davanti a uno specchio, sono rimasto molto sorpreso che vedevo me stesso come un estraneo. Ho pensato che avrei dovuto usare questa prova per fare questo esercizio; dopo, facendo l'esercizio, ho visto me stesso come mi sono visto allo specchio; ne ho avuto solo una fredda figura, senza vita. Ho visto un corpo senza vita e ho provato a stabilire relazioni con il mio vero corpo. Nel provare a farlo mi è  sembrato che questo mi desse, in più, un gusto di cosa potrebbe essere la divisione. Ho sentito che si deve fare questo.

Gurdjieff: È abbastanza, sei nato. La tua individualità è nata. Prima eri come un animale senza "io". Ora hai un “io" e le proprietà di un uomo. Te le ha date questo esercizio. Prima non avevi individualità, eri il risultato del tuo corpo, come un cane, un gatto o un cammello. Ora se hai delle corna, puoi vederle e stupirtene. Prima non potevi vedere niente. Ora hai un'individualità che non avevi. (Rivolgendosi agli altri) Lui ha acquisito un'individualità. Prima non l'aveva. Era un pezzo di carne. Avrebbe potuto lavorare mille anni, non avrebbe mai avuto alcun risultato. Sei un camerata di Mme Franc. Entrambi potete diventare iniziati alla prima iniziazione. È una cosa piccola ma è una cosa grande, una garanzia del futuro. Mi congratulo anche con voi. Per la prima volta in tre anni sono felice internamente. Sono felice dei miei sforzi. Poiché questo non è per caso,  che ce ne sono altri due. Tu non sei più fidanzato, non più Mechin, tu sei mio fratello più giovane (a Mme Franc) tu sei mia sorella. Dopo parleremo separatamente.

Gurdjieff a Yvette: Non sei felice?

Yvette: Sì, e posso dire che quel che Mme Franc ha detto mi sembra che ero io che lo dicevo perché per qualche tempo c'è qualcosa di completamente nuovo in me e c'è anche il timore di vederlo sparire. Poiché, in generale, tranne che in momenti molto rari, c'era in me qualcosa che prima non c'era ed essenzialmente qualcosa nella mia testa, qualcosa che sentivo nella mia testa, sulla quale mi appoggio e che mi separava dal resto, distinta dal mio corpo, da tutto quel che sono, dal mio sentimento.

Gurdjieff: Puoi forse dire che tu sei una cosa e il tuo corpo un'altra cosa. Prima non potevi dirlo sinceramente.

Yvette: È una cosa che si può mantenere?

Gurdjieff: Abbiamo trentatré qualità di liquido che posso darti. Non è necessario capire; mi hai chiesto se è possibile e io ho detto sì. Ho detto anche che ci sono trentatré qualità di fluido.
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Tracol: Mi hai fatto accuratamente sentire, per un momento, la mia attitudine di oggi di fronte al lavoro. È stato quando hai ricordato durante la cena l'aneddoto del Curdo. L'esercizio che mi hai dato diciotto giorni fa e che consiste in un continuo richiamo: a ogni inalazione e a ogni espirazione io devo pensare "io sono” e devo depositare l'elemento attivo dell'aria nelle mie gambe mentre sono reclinato o seduto, e nel plesso solare quando sono in piedi. Ho provato a fare questo esercizio, provo a farlo sempre e, più lo faccio, più mi diventa quasi impossibile farlo, tranne nei momenti in cui posso riunire le condizioni più favorevoli. Ma meno le riunisco, più desidero riunirle e non potrei veramente abbandonare questo esercizio prima di avere, alla fine, un gusto un po' migliore di quello che ho fatto. Nei migliori momenti di questo esercizio, non nei momenti più favorevoli ma nei momenti in cui lavoro con maggiore intensità, che sarebbero nella vita, quando riesco a eseguire l'esercizio continuando le mie occupazioni ordinarie, provo un gusto che è interamente ingannevole; ho l'impressione di vivere in un doppio sogno. Da un lato faccio la mia vita esteriore come in un sogno e provo a recitare una parte in esso; e dall'altra parte, faccio il mio lavoro come in un sogno, e ho l'impressione di una parte che sto per recitare interiormente. In compenso, quando faccio questo esercizio solo in condizioni favorevoli, succede che bruscamente ho una sensazione di "io" che è più forte ancora che nell'esercizio di divisione; e mi piacerebbe conservare, nella mia vita ordinaria, il gusto che ho avuto in quel momento.

Gurdjieff: Continua questo. Devi esercitarti a poco a poco. Fare di questo sentimento la tua proprietà. Si deve avere prima il sentimento. Che è come dire, non avere le tue associazioni. Il sentimento viene in te, è tua proprietà ma in uno stato speciale. Cioè, non può venire nella vita. In uno stato speciale quando ti rilassi un po', puoi ricordare questo sentimento e devi afferrarlo.

Tracol: E, allo stesso tempo sento che il vero lavoro è nella vita ordinaria.

Mme de S: Ma si deve fare prima questo, in uno stato speciale, e a poco a poco arriverai ad esso nella vita ordinaria.

Tracol: Il sentimento più forte di divisione è quando la faccio in condizioni confortevoli.

Mme de S: Per questo è necessario accrescerlo in te in questi momenti. Dopo, a poco a poco, sarai capace di far durare questo stato.

Kahn: Parecchi mesi fa ho posto questa domanda: "Quando ho un impulso di vero amore verso qualcuno, mi sembra che, non solo questo stabilisce una relazione tra me e quella persona ma che questo da prova di una forza superiore in me.” Al tempo mi hai risposto che non dovevo pensare a tali cose al momento, che questa era psicopatia, che dovevo fare il mio lavoro come un servizio. Ti ho ascoltato e cominciai a essere capace di distaccarmi dal mio corpo, ora specialmente che ho visto la profondità della mia passività e che ho capito che devo concentrare tutte la mia forza, tirar fuori tutti i miei sforzi per oppormi a qualcosa in me che è la mia abituale nullità, ora ho l'impulso di diventare indipendente. Per esempio, ho come un impulso a riuscire a recitare la mia vera parte rispetto a mio figlio o a mio padre; ho come se ci fosse un impulso nel l'avere successo nel diventare un uomo nei confronti del gruppo, ma mi sembra che ognuno di questi impulsi non sia abbastanza potente perché il distacco sia completo. In uno dei miei migliori momenti di lavoro, ho visto recentemente tutto il mio corpo, tutte le mie emozioni, tutti i miei sentimenti e i miei desideri abituali come quello che ho dovuto riuscire ad uccidere in me per nascere, e ho capito che sarei riuscito nell'essere quel che volevo essere se fossi riuscito a fare quel che io muoio. Quindi, ora ti chiedo, mi chiedo e chiedo anche a te, se non potrei essere aiutato nei miei sforzi da una relazione se non potrei essere aiutato nei miei sforzi  by a relationship of what there is of an "I" in me with a superior form - se questo non è l'impulso che manca in me?
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Gurdjieff: No; continua. Perché usi la parola "vero"? Non puoi ancora avere un "vero amore". Un aspetto del "vero amore" deve essere l'odiare giustamente, odiare oggettivamente, non l'oggetto ma le sue manifestazioni. Tu non puoi ancora usare la parola "vero". Nel frattempo continua ad ammassare materiale. Ma smetti di usare la parola "vero". Non si dovrebbe dare questo valore alle cose. Non puoi ancora amare, non puoi fare niente. Non hai ancora il sentimento e io ho bisogno che tu ce l'abbia. Quando sarai capace di avere un impulso, sarò capace di darti soddisfazioni. Come usarlo, come dirigerlo, come realizzarlo. Vedo che la forma di lavoro che ti ho dato ti ha aiutato; e se questo ti ha aiutato, non è necessario cambiare.

Kahn: Questo lavoro mi ha dato quello che nessun'altra cosa ha fatto.

Gurdjieff: Il resto non conta niente. Anche se potesse esserci in noi, non ce n'è abbastanza in te per un "vero impulso".

Gurdjieff: (a Simone) Hai capito? Anche per te qualcosa è aperto?

Simone: Infatti, mentre ascoltavo Mechin, Gabrielle e Yvette parlare, ero con loro.

Gurdjieff: Tu hai sentito con la tua testa, con la tua intelligenza. Per esempio, rispetto a Mechin, tu hai capito prima di lui; lui capisce meno di te, ma comprende col suo intero essere. Capisce con la sua individualità, tu col tuo corpo. Per me, questo ha più valore del tuo.

Simone: Ora sento qualcosa nella mia testa che rimane quasi sempre; non è molto forte ma è molto costante, qualcosa che mi fa vedere esseri e cose in un modo diverso.

Gurdjieff: È normale. A poco a poco deve essere diverso. Stai cominciando ad avere una vera vista. Tu avevi, fino ad ora, un punto di vista di fantasia.


domenica 22 luglio 1973

04-Incontro di giovedì 22 luglio 1943

Incontro di giovedì 22 luglio 1943

Simone: Prima di conoscere il lavoro, ero molto più inquieto, perché sentivo brutte cose delle quali pensavo che non avrei mai potuto sbarazzarmi. Questo mi manteneva inquieto, non costantemente forse, ma molto di frequente. Ho percepito che con il lavoro, é passato, e mi sono sentito più calmo interiormente. Mi piacerebbe ritrovare il stato di inquietudine perché mi manca. Cosa posso pensare o fare per ritrovarlo?

Gurdjieff: Prima credevi che potevi riuscirci con quello. Con questi risultati non puoi fare mai niente. Riuscirai soltanto se fai uno sforzo più forte dell'ordinario. Ma tu forse non ne hai neanche il gusto. Tu sei stato qui per molto; sei limitato per capire cos'è lo sforzo. Auto-sforzo. Sto per dirti una segreto: l'auto-sforzo non è possibile tutto in una volta sola; è necessaria una preparazione. È necessaria la lotta. Finché uno riesce, uno dimentica, uno ricorda, uno dimentica, uno ricorda. Ma quando sei accomodato, calmo, puoi pensare e cominciare a fare; fino ad ora non hai fatto ancora alcuno sforzo.

Simone: Per questo ho fatto la domanda. Sono lì e mi sento troppo tranquillo.

Gurdjieff: Tu immagini, credi che andrai direttamente in Paradiso. No, ci devono essere sforzi sopra l'ordinario. Per esempio, per questa persona (indica un nuovo arrivato) è abbastanza buono per lei, ma tu, non andrai lontano con questo. Devi cominciare a fare un super sforzo, e ora, se non lo fai, è perché non hai uno scopo. Come puoi stare calmo? Con lo sforzo che stai facendo oggi, non riuscirai mai. Una persona normale non potrebbe rimanere calma.

Simone: È proprio per questo motivo che questo mi rende inquieto.

Gurdjieff: È necessario fare sforzi qui. Sei abituato a rendere come prima nella vita. Prima, andava bene, ora non è abbastanza. Lo sforzo deve tendere tutti i tuoi muscoli, tutti i tuoi nervi, anche tutti i tuoi cervelli. Una simile concentrazione deve essere tua. Dovresti averlo fatto da molto tempo. All'inizio, per una persona nuova, è perdonabile. Per te, tu hai il gusto del lavoro vero. Devi realizzarlo nella tua vita ordinaria. Io sono - sempre: io sono. Non dimenticare mai. A poco a poco il tuo "io" farà un contatto con la tua essenza. È necessario ripeterlo molte volte.

Dr. Arboulker: Sono arrivato a preferire emozioni violente piuttosto che l'abituale e passiva inerzia.

Gurdjieff: Questo non esiste per il tuo vero "me", attivo o passivo. Dipenda dal tuo stato. Le cose esteriori sono indifferenti. Ricorda qualche volta, tu pensi che sia negativo, e forse è il contrario. Per avere una verità materiale, non pensare al tuo stato. Non filosofare; osserva soltanto; punta al tuo vero "me".

Luc: Ho fatto quasi la stessa osservazione del dottore. Ma questo invita le emozioni negative a ritornare più fortemente. Questa settimana è stata la migliore, poiché ho avuto alcune emozioni negative. È pericoloso, è reale, è possibile la devastazione, ma ho avuto il gusto di quel che può essere una vita.--------------------------- 5

Gurdjieff: Continua. Ma con la comprensione che stai accumulando una cosa sostanziale non solo per il presente, ma per il futuro. Questo è molto importante. È già tempo di pensare al ricordo e allo stesso tempo di raffigurare a te stesso in forme, non parole, quello che ti sta accadendo.

Luc: Sono stato esaurito persino organicamente dalle mie emozioni negative. Oggi, non mi sono mai sentito così bene, così animato.

Gurdjieff: Non hai mai avuto, precedentemente, alcun argento liquido. Devi sentire che tu oggi hai dell'argento liquido.

Luc: Si sente che il corpo è sotto pressione, che è il teatro di una tale lotta che sta per andare in pezzi.

Gurdjieff: Ho detto: l'uomo non è un maiale, non può scoppiare quando mangia. Il maiale ha uno stomaco normale; non può mangiare di più di quello che gli permette il suo stomaco; scoppierebbe; l'uomo è un furfante; ha uno stomaco di gomma d'India. È peggio del maiale; ingoia, ingoia senza scoppiare mai. Non solo lo stomaco, tutti gli organi sono di gomma. Ma a poco a poco ha degenerato. Persino la gomma, se non la si usa, si restringe. È soltanto se lo si gonfia un migliaio di volte più grande che è come deve essere. (It is only if one restores it a thousand times bigger that he is like he must be). "Scoppiare", è una parola fantastica. Solo i maiali possono scoppiare, l'uomo non può. Il maiale ha uno stomaco normale, può scoppiare: Lo stomaco dell'uomo è di gomma, e tutti i suoi organi. Continua senza paura, se è dieci volte più forte, tanto meglio; andrai dieci volte più veloce qui nel mio gruppo. Non avere paura, non scoppierai. È immaginazione. Come si può scoppiare se si mangia bene? Sei abituato a ingoiare come una maiale. Non hai mai mangiato bene. Solo ora cominci a imparare cos'è il vero mangiare. Non essere spaventato.  Continua e continua. Lascia questa sensazione che crea questo si espanda ogni volta; sei esattamente come un bambino che ha il singhiozzo quando ha mangiato un grande pasto. La natura allarga il suo stomaco. Un bambino può avere il singhiozzo un migliaio di volte. Sei alla prima volta. Non ti spaventare; li avrai 999 volte in più.

Madame Franc: Capisco bene la lotta contro le emozioni negative ma quello che mi disturba è un leggero aspetto del mio carattere che scherza, anche sulla mia miseria stessa. Questo mi impedisce il rimorso e la pietà. Come posso sbarazzarmene?

Gurdjieff: Questo prova che non sai cosa stai cercando. Ti interessi di queste questioni senza partecipazione del tuo istinto. Lo hai detto molto bene. Io capisco perché non vai avanti. Io conosco il segreto del perché rimani lì ferma, uno, due, uno, due; fino ad ora il tuo istinto era isolato. Non ha mai preso parte al tuo lavoro. ti darò una serie di esercizi. Ma hai capito cosa ho spiegato. Tu hai sentito che il tuo interiore non è mai interessato a queste cose per cui stiamo lavorando. Qualcosa in te rimane da parte; esso guarda. Un'altra parte di te fa qualcos'altro; lavori senza istinto. Ogni cosa lavora; la testa, il sentimento, tranne quella che deve. Non ha mai fatto nulla per cambiare.

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Hignett: Ho provato ad usare le emozioni negative. Le ho sopraffatte molto bene, ma ho avuto la sensazione di annientarle invece di convertirle. Non riesco a usarle come una forza. Le sopprimo. 

Gurdjieff: Non devi sopprimerle. Quel che succede in te è un altro impulso che per un breve tempo prende il posto dell'impulso negativo. Così da parte, per un momento. Ma non è distrutto. Si deve fare tante volte "Chick", "Chick", per distruggerle. Non puoi accertarti che è assente; ma se tu cambi stato vedrai che funziona più debolmente. Perciò, hai un programma di lavoro. Se hai capito, continua a estirpare, a cacciare via gli impulsi. Ma non stare tranquilla. Fallo serenamente. Questo è un altro impulso che rimpiazza, troppo flebile da percepire per te; e immagina di non avere più emozioni negative. Solo le vibrazioni forti raggiungono la tua coscienza.

Mechin: Negli esercizi, sono molto disturbato dalle associazioni. Contro di loro non posso fare niente. Che dovrei fare?

Gurdjieff: Le associazioni sono una parte della nostra presenza. Se la nostra presenza avesse uno scopo, vorrebbe che accadesse qualcosa. Questo prova che la nostra presenza non ha uno scopo. Tu hai uno scopo solo con un centro - (che vuole arrivare in Paradiso con gli stivali sporchi). Si deve avere uno scopo con tutta la propria presenza e lavorare per questo obiettivo. Non con una parte, un solo centro. Io ho associazioni; ma esse non raggiungono la mia coscienza. La circolazione del sangue fa anch'essa tutto da sola. È una funzione automatica. Non mi disturba. Va giorno e notte. Ci sono anche le associazioni; come il mio cuore sta lavorando; e ci sono altre funzioni; per esempio, io vedo, presto attenzione; quel che ho mangiato viaggia. Posso pensare a questo tutta la sera, ogni centimetro dà sensazioni differenti. Automaticamente tu sei occupato con questo. Devi avere uno scopo, e lasciare da parte le funzioni organiche. Non ascoltarle con, la coscienza, col pensiero. Si deve imparare a pensare imparzialmente. Solo questa somma di sforzo ti porterà al pensiero normale. L'esercizio che deve fare, Madame de S. può formulare.

Gurdjieff a Ansi: Hai capito?

Ansi: No.

Gurdjieff a Luc: Hai capito?

Luc: Sì.

Gurdjieff: Spiegalo a lui; questo sarà il tuo compito.

Ansi: Ho notato che prima, le mie emozioni negative, my negative emotions came most of all in my relations with
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people. Ero violento e indesiderabile quando dicevo cose alle persone. Per un po' di tempo ho provato a lottare contro questo. Ma sono caduto nell'indifferenza e non so come cambiare il mio stato. 

Gurdjieff: Non è necessario cambiare; è molto buono. In te sta crescendo un ri-apprezzamento dei valori. Prima, ti interessavi di cose a buon mercato. E per te non aveva valore quel che non era interessante. Ora quel che per te ha valore è quello che prima non ti interessava. Questo è il motivo.

Ansi: Ma io voglio cambiare.

Gurdjieff: Perché? Il tuo stato è già cambiato. Prima non vedevi che eri interessato da cosa senza valore. Più di così ora. il tuo stato è cambiato.

Ansi: Ma se qualcosa mi ferisce, anzichè essere arrabbiato o offeso, sono indifferente.

Gurdjieff: Normale; è poco ma è normale. Prima avevi il tuo amor proprio. Non vale niente, è una cosa ordinaria;ora lo hai capito. Vedi che è idiaota, una nullità, un escremento; prima non lo sapevi. Oggi lo vedi; non sei arrabbiato. Vedi le manifestazioni dell'escremento. Se è così, sono molto contento. Senza volerlo, senza saperlo, sei già avanzato oggettivamente, avanzato meccanicamente. Presto sarai il nostro stimabile camerata.

Lanctin: È possibile nelle condizioni attuali evitare uno sviluppo troppo disarmonico del corpo rispetto lo sviluppo generale?

Gurdjieff: Per lo sviluppo fisico non esistono le stagioni. Non stagioni politiche. È sempre necessario. Devi educare il tuo corpo con la tua testa, coscientemente. È molto semplice. Non permettergli mai di fare quello che vuole. Fagli fare tutto il contrario di quello che ama. Gli piace lo zucchero; non dargliene. Si deve ferirlo per lottare, hai sempre ragione quando resisti al tuo corpo. Ogni cosa al contrario; è così che Dio ha creato il tuo corpo e il tuo intelletto. È una cosa molto semplice. Per questo non è necessario leggere. Il programma è molto semplice. Sotto tutte le condizioni, in tutte le situazioni politiche, l'uomo deve educare il suo corpo a sottomettersi a lui. La tua personalità può educare il tuo corpo. Colui nel quale il corpo è forte e prende l'iniziativa su di lui, è nulla. Chi ha il corpo reso schiavo, è intelligente. Capisci il significato di intelligente? Intelligente significa colui che comanda il suo corpo. Se il corpo comanda, sei una nullità, un villano - se tu comandi il tuo corpo sei intelligente. Perciò scegli cosa vuoi. Intelligente o villano? Se vuoi essere un villano lascia che il tuo corpo ti comandi. Se vuoi essere intelligente, lascia che la tuo coscienza comandi il tuo corpo. Più vuoi comandare il tuo corpo, più esso ti si oppone. E nel resisterti più forza ti dà.

domenica 1 luglio 1973

03-Incontro di Giovedì 1° luglio 1943

Giovedì, 1° luglio 1943

S: Mi inganno spesso nella mia opinione su altri. Questo è brutto per me. Dò credito alle persone per qualità che non possiedono; lo vedo solo più tardi quando le conosco meglio. Non so come riconoscere l'ipocrisia e la vedo sempre troppo tardi. Mi piacerebbe avere un mezzo per giudicare le persone e riconoscere chi può essermi utile e chi inutile.

Gurdjieff: Tu non puoi, devi prima preparare te stesso a vedere la realtà. Nel frattempo, recita esteriormente una parte. Interiormente, riconosci la tua non-entità (non entityness). Tu non sai niente. Se hai l'abitudine di fare le cose in un certo modo, falle in questo modo. Dì “Buongiorno" come dici sempre buongiorno. Ma allo stesso tempo lavora per rimanere nel lavoro che stiamo facendo qui e poi sarai capace di riconoscere le persone. Per ora, ognuno è come te: niente, zero. Non importa se è un operaio, o un senatore, egli è una merde come te. Lavora per non essere una non-entità; lavora, così che sia tra un giorno, un mese o un anno tu non sartai una non-entità.  Fai tutto esattamente come sei abituato a farlo. Ma devi recitare una parte, senza partecipazione, senza identificarti interiormente: e ricorda che il tuo valore è - zero. Lavora, lavora e ancora lavora, al fine di cambiare quella nullità in qualcosa di definito.
L'educazione fa una maschera. Quando guardi la gente, tu credi a questa maschera. Dopo un po' la maschera cade e tu vedi che sono la stessa merde che sei tu. Non importa chi tu stia guardando, egli rappresenta una maschera. Se lo osservi a lungo, con imparzialità e attenzione, vedi che non è sempre capace di tenersi la maschera; nello stesso istante, la merde verrà mostrata attraverso, è la stessa che è in te. Egli è niente, come tu sei niente, fosse anche un colonnello, senatore o milionario. E' solo le combinazioni di vita che ci sono qui (?). Ma egli stesso rappresenta soltanto una nullità.
Non è nulla soltanto chi ha compreso la propria nullità e ha lavorato su di sè per cambiarlo. Quell'uomo è un'altra qualità di merde: con "rose". E' ancora merde ma non ha lo stesso odore.

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Lavoro, metti ogni cosa a confronto con esso, e stai certo che tutti quelli che non lavorano sono nullità come te. Tu non sei nulla, ma anche lui non è nulla. Egli è un generale, un colonnello, queste sono cose esteriori: non valgono (costano) nulla.
Nella vita, ogni cosa è accidentale - occupazione, posizione, tutti gli obblighi; che uno sia il sindaco o il poliziotto all'angolo. E' la vita che crea queste anormalità. Interiormente, ogni cosa è sempre la stessa cosa. Le cose esteriori non cambiano le cose interiori. Solo il lavoro cosciente è capace di cambiare l'interiorità - lavoro cosciente e sofferenza volontaria.

Sim: Ho notato per un lungo periodo che molto spesso, e riguardo faccende molto diverse tra loro, una voce interiore mi ha detto quel che dovevo fare. Io la percepivo, ho sentito quel che diceva, ma senza eseguire quello che mi diceva. Ho agito diversamente e poi ho visto che la voce ha sempre ragione. Mi piacerebbe sapere se non devo prestarle attenzione o al contrario darle più retta.

Gurdjieff: Non fare nulla di tutto questo. Compra un quadernetto, fai una registrazione. Scrivi ma non fare niente. Quella voce è il tuo istinto; qualche volta l'istinto può apparire attraverso la coscienza, ma è raro. Forse essa proverà che tu hai un vero istinto. Guarda se le registrazioni lo dimostreranno. Ora forse troveremo un esercizio. Ma non fare niente prima.

Sim: Ma per scriverlo, devo farlo al momento (rendermi conto).

Gurdjieff: Fai una nota, parlerò dopo. Forse è suggestionabilità, fantasia, idiozia. In base al risultato io dirò matematicamente che cos'è. Qualche volta l'istinto è una cosa molto indipendente. Ma come sia per te, non lo so. Parlerò dopo. Prima di quello, continua come stai facendo, prima di quando non noti niente (Before that, continue as you are doing, before you noticed anithing.).

Sim: Sarebbe meglio dopo se io ho eseguito quello che essa mi dice.

Gurdjieff: Vedremo. Tu la pensi così, ma forse è il contrario. Forse è psicopatica. Io non voglio credere a niente tranne che a i fatti dati dalle registrazioni. (Statistica). Tu parli soggettivamente. L'oggettivo non lo conosco.

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Lu: Io provo a mantenere il sentimento di non-entità e sofferenza volontaria quanto più spesso possibile. Ma noto che dà un paralisi lunga tanto quanto l'azione implicata. Mostra la futilità di tutte le azioni e occupazioni. Se, prima, dovevo fare uno sforzo per fare una data cosa, oggi mi devo anche portare il collare di ferro di questa non-entità. Lo sforzo è raddoppiato. Cosa dovrei fare perché questo sentimento di nullità non mi paralizzi, non interferisca con la vita esteriore?

Gurdjieff: Fai quello che ti ho già detto. Uno deve lavorare solo la terza parte del proprio stato di veglia. Stabilisci un tempo speciale per il lavoro. Non mischiare le cose: stabilisci un tempo: domani tra le dieci e le undici, vita ordinaria. Le altre idee, il lavoro, mandale al diavolo.

Lu: Non si è mai liberi di mandare via il sentimento della propria nullità?

Gurdjieff: Metti da parte il tuo nuovo stato. E fai quello che ti ho detto prima, quando non avevi cominciato il lavoro. Non si devono mai mischiare le faccende. Per adesso non usare ancora i risultati del lavoro interiore per il lavoro esteriore. Non ancora. Tu sei a scuola, come un bambino. Non è per la vita, non per guadagnare soldi. Tu vorresti sapere un grande segreto che non useresti. Quello è una cosa, la vita un'altra cosa. Mercoledì, venerdì, domenica, fai quel che ti piace, manda al diavolo tutti gli altri pensieri; se li mischi, uno ostacolerà l'altro.

Lu: Il sentimento di nullità, non chiamato, che viene da sé, è davvero automatico e quindi distruttivo?

Gurdjieff: Nel tempo accantonato per il lavoro, fai un commento più vivace. Il resto del tempo, al diavolo. E' psicopatia.

Gurdjieff a An: Non ho mai sentito il suono della tua voce. Io conosco la tua voce nella vita, ma non nel nostro circolo. Puoi dirmi qualcosa?

An: Non ho lavorato ancora abbastanza per fare una domanda.

Gurdjieff: Come lo sai?

An: Perché non oso.

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Gurdjieff: Prima avevi una domanda.

An: Non oggi.

Gurdjieff: Bene, prima, ieri.

(Mme. de Slzman dice a Gurdjieff la domanda che aveva posto An)

Gurdjieff: Chi lavora diventa un attore, un vero attore nella vita. Essere un attore è recitare una parte. La vita è il teatro dove ogni uomo recita una parte. Ogni giorno essi la cambiano. Oggi una parte, domani un'altra parte. Solo che lui è un buon attore che è capace di ricordare sé stesso e recitare consciamente la sua parte, non importa quale possa essere.

An: Ma come si può conoscere la parte che si deve recitare?

Gurdjieff: Tu parli con Boussik - tu sai chi è lei, come uno dovrebbe essere con lei, cosa le piace. Bene, poi fallo. Interiormente lei è nulla per me, è una merde per me. Le piace la gente che le fa il baciamano; io glielo faccio perché le piace. Sono gentile con lei. Interiormente voglio insultarla, ma non lo faccio. Recito la mia parte. Così poi lei diventa (la) mia (schiava). Interiormente io non reagisco.

An: Non ho successo nell'essere buona con gli altri.

Gurdjieff: Forse non sei ancora libera.

An: Vorrei approfittare trarre profitto da ogni cosa, egoisticamente per me stessa.

Gurdjieff: Devi lavorare. Ammazza il cane in te. Tu reciti la tua parte solo teoricamente, ma ti dimentichi in fretta e torni alla tua nullità. Il tuo compito sarà di ricordare più a lungo.

Dr. Ab: Che c'è di buono nell'avere schiavi?

Gurdjieff: Per la vita; se tu non hai nessuno schiavo, sei schiavo di qualcuno.

Dr. Ab: Non si può semplicemente essere uguali?

Gurdjieff: Mai. Come è possibile? Tu hai quattro occhi e io due. Questa è già una differenza. Tuo padre amava tua mamma se si sdraiava a sinistra; mio padre amava mia mamma se si sdraiava a destra. Il risultato: io sono uno, tu un altro. Per me una legge, per te un'altra.

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Il benessere dell'uomo è che ognuno sia suo schiavo. Tu dici che il lavoro ti ha cambiato. Grazie al lavoro non sei più una merde; grazie al lavoro conscio e alla sofferenza volontaria. Obiettivamente te lo meriti.

Dr. Be: Per ora i nostri cani ci obbligano a usare gli altri per i nostri fini.

Gurdjieff: Lì hai buon terreno per essere-lavoro. Oggi sei un uomo ordinario; nel tuo lavoro prova ad essere un uomo superiore. Dopodiché, forse, sarai un uomo completo, un vero uomo. Per adesso, quando senti i tuoi cani, lotta contro di loro; questo conflitto ti è necessario, per diventare un vero uomo; è buon terreno per il lavoro. E ci sono ancora molti cani in te che sono invisibili.

Dr. Be: Ma uno dovrebbe arrendersi a usare i propri poteri sugli altri?

Gurdjieff: Oggi lo fai inconsciamente; prova a farlo consciamente. Allora sarà buono, sia per gli altri che per te. Non c'è altra giustizia.


domenica 8 aprile 1973

02-Incontro di Giovedì 8 aprile 1943

Incontro di Giovedì 8 aprile 1943

Lebeau: Si può "lavorare" in un bagno turco e cosa è meglio fare?

Gurdjieff: L' "hammam" è un posto eccellente per lavorare se uno ci può lavorare. (In particolar modo quando si è nella stanza più calda o tra le mani del massaggiatore.) Ricordare sé stessi senza smettere. Tutto fa esercizio lì. (Tracol dice che qui teme particolarmente l'immaginazione nel lavoro. Gurdjieff gli risponde che comunque in questo caso non sarebbe molto pericoloso poiché il tempo trascorso lì è poco.) --------------------------- 2 Per essere capace di lavorare lì dà a te stesso la tua parola prima di andarci. Pensa. Mentre sei lì. Datti un compito poiché all'inizio è difficile; comunque, se si è capaci, lì si può fare un eccellente lavoro. L'animalismo si espande, si è completamente dentro la sua piacevole sensazione corporea e lavorare qui pone delle difficoltà.
Phillippe: Come si dovrebbero capire le parole: "sacrifica la tua sofferenza."

Gurdjieff: (Prima, da dove vengono queste parole?) (Da un discorso con Gurdjieff) Sacrifica la tua sofferenza per il tuo prossimo, la tua sofferenza volontaria, non per te stesso, ma per gli altri. (Questa regola faceva parte del giuramento pronunciato in passato dai dottori quando erano astrologi e tanto tempo fa quando dovevano promettere di sacrificare il loro sonno, la loro fatica, la loro sofferenza, per gli altri).

Phillippe: Perché la maggior parte della sofferenza umana gira intorno all'amore e cose di sesso?

Gurdjieff: Perché questa domanda? Non riguarda la tua personalità. Chiedilo in un altro modo.

Phillippe: Perché la maggior parte delle associazioni, che interferiscono con il lavoro, sono associazioni sessuali?

Gurdjieff: Questa domanda è soggettiva. Non è così per tutti gli uomini. È un'anormalità risultato della masturbazione infantile. Ma qual è il nesso tra questo e la sofferenza? Non c'è traccia di sofferenza qui. Ogni uomo ha in se tre escrementi che si elaborano da soli e che devono essere espulsi. Il primo è il risultato del nutrimento ordinario ed elimina sé steso naturalmente, e questo deve essere ogni giorno, altrimenti seguirà ogni sorta di malattia. (I dottori lo sanno bene.) Per lo stesso motivo per cui vai in bagno per questa manutenzione, devi andare al bagno per il secondo escremento che è espulso da te tramite funzione sessuale. È necessario per la salute e l'equilibrio del corpo; ed è necessario certamente per qualcuno farlo ogni giorno, in altri ogni settimana, in altri ancora ogni mese o ogni sei mesi. È soggettivo. Per questo devi scegliere un bagno appropriato. Uno che è buono per te. Un terzo escremento si forma nella testa; è immondizia del nutrimento delle impressioni, e le scorie accumulate nel cervello. (I dottori lo ignorano, come ignorano anche il ruolo dell'appendice nella digestione, e lo rifiutano come immondizia.) Non è necessario farsi coinvolgere nell'atto con sentimento. Qualche volta è anormale farli coincidere. L'atto sessuale è una funzione. Uno lo può considerare come esterno a sé, anche se l'amore è interno. L'amore è l'amore. Non ha bisogno del sesso. Può essere sentito per una persona dello stesso sesso, persino per un animale, e la funzione sessuale non c'entra. Qualche volta è normale unirli; questo corrisponde a uno degli aspetti dell'amore. È più facile amare in questo modo. Ma, allo stesso tempo è poi difficile rimanere imparziali come l'amore richiede. Ugualmente se uno considera la funzione sessuale come necessaria medicalmente,  perché dovrebbe amare un rimedio, una medicina?--------------------------- 3 Originariamente l'atto sessuale doveva essere eseguito solo per la riproduzione delle specie, ma a poco a poco l'uomo ne ha fatto uno strumento di piacere. Dovrebbe essere un atto sacro. Si dovrebbe sapere che questo seme divino, lo Sperma, ha un'altra funzione, quella della costruzione in noi di un secondo corpo, da cui la frase "Felice colui che capisce la finzione degli 'exioeccari' per la trasformazione del proprio essere. Infelice colui che li usa in un solo modo".

Aboulker:Perché le religioni proibiscono l'atto sessuale?

Gurdjieff: Poiché all'origine conoscevamo l'uso di questa sostanza, da cui la castità dei monaci. Ora noi abbiamo dimenticato questa conoscenza e rimane solo la proibizione che attrae ai monaci una quantità di disordini specifici e malattie. Guarda ai preti dove crescono "come grassi maiali", (li domina l'interesse del cibo) oppure sono "magri come il diavolo" (e hanno dentro poco amore per il prossimo), i grassi sono meno pericolosi e più affabili.